Informazioni trattamento antiattrito PTFE

Trattamenti anti-attrito, additivi, olii speciali, prodotti per la pulizia dell'automobile, etc. ...

Informazioni trattamento antiattrito PTFE

Messaggioda Limbo » mer 26 mar 2003, 22:55

Qui tutte le info sul PTFE :mrgreen:

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Messaggioda ivncmdr » gio 27 mar 2003, 10:33

Eccomi! :mrgreen:

ATTRITO è la forza che opponendosi al moto, trasforma parte dell'energia meccanica in calore.

In ogni componente meccanica l'attrito deve essere ridotto al minimo per consentire non soltanto la riduzione di eccessivi assorbimenti di potenza, bensì anche per garantire una maggiore affidabilità  in ogni condizione di lavoro e sensibili riduzioni energetiche.
Tutte le parti in movimento debbono necessariamente essere lubrificate, con grassi od oli, per ridurre al minimo l'usura e la possibilità  di "grippaggi".
Nel settore motoristico, pur essendo gli attuali "normali" lubrificanti di qualità  molto elevata, esiste una materia che possiede poteri specifici nettamente superiori: il PolyTetraFluoroEthylene (PTFE), più noto con il nome commerciale TEFLON".
Il PTFE è un polimero scoperto casualmente alla fine degli anni '30, dimostratosi eccezionalmente resistente al calore, ai solventi chimici ed alla corrosione, oltre ad essere chimicamente stabile ed inerte.
E' la materia plastica avente il minor coefficiente di resistenza all'attrito conosciuto dall'uomo: lo 0,01%, equivalente all'attrito sviluppato dallo sfregamento di ghiaccio bagnato su ghiaccio bagnato.
Sfruttando le sue molteplici caratteristiche, a partire dagli anni '50, fu inserito in una vasta gamma di applicazioni, dalle padelle anti - aderenti all'astronautica: Fu utilizzato per la prima volta dalla NASA nel programma spaziale APOLLO come rivestimento esterno delle navicelle spaziali, onde mitigare attrito e calore, che raggiungono livelli inimmaginabili in fase di uscita dall'atmosfera.
La scoperta di questo polimero, con le sue eccezionali doti di versatilità , è stata una vera e propria manna in molti settori: nell'idraulica come isolante (il PTFE è estremamente impermeabile all'acqua), nella Chirurgia e Cardiochirurgia come materiale anallergico per la costruzione di protesi autolubrificate di ogni genere (il PTFE è una materia assolutamente inerte che non reagisce con nessun altro composto esistente), nella Metallurgia come complemento ai materiali da costruzione per componenti sottoposti a logorio, nella Tribologia come riduttore di attrito tra superfici metalliche.

Evoluzione nelle applicazioni: dalle polveri di PTFE ai "trattamenti per metalli e motori".
Negli anni successivi alla sua scoperta, il PTFE veniva venduto dalle Industrie produttrici di polimeri esclusivamente sotto forma di polvere, da usarsi come additivo in una vasta gamma di applicazioni: nei materiali termoplastici, negli inchiostri da stampa, nei grassi, negli oli lubrificanti, nei rivestimenti metallici, nelle vernici.
La presenza del PTFE consentiva di ridurre l'attrito, migliorare l'aderenza, la resistenza termica e le proprietà  autolubrificanti delle sostanze alle quali veniva aggiunto.
L'importanza dell'uso del PTFE nei motori a combustione interna divenne oggetto di studio soltanto negli anni '70. La prima pubblicazione assoluta sui benefici dell'uso di PTFE nei motori si ebbe nel '76, grazie allo Scienziato F.R.Reick
Da allora l'aggiunta di PTFE all'olio motore, per il momento unico organo considerato, assunse un ruolo di spicco in diversi studi e test: furono pubblicati numerosi fogli tecnici a partire dagli anni '80, soprattutto negli USA, e tutti concordavano che vi erano reali benefici tribologici nell'uso di lubrificanti contenenti PTFE, i quali contribuivano a migliorare l'efficienza energetica e termica dei motori.

Eccezionali proprietà  "anti-attrito" a prova di test.
In diversi test con normale olio SAE 20W50 furono constatate riduzioni del consumo di carburante dal 4 al 6% ed emissioni di monossido dimezzate, utilizzando un PTFE commerciale colloidale. Gli ottimi risultati ottenuti incoraggiarono le ricerche in tal senso e la conoscenza dei benefici effetti del PTFE sulle superfici metalliche divenne sempre più approfondita:
"E' importante capire che le formulazioni contenenti PTFE producono minor attrito
intrappolando le particelle tra le superfici operative" F.R:Reick-Fluoramics Inc.1981
"Le particelle di PTFE, correttamente disperse, sono in grado di penetrare nelle linee
e nei punti di contatto tra le superfici, riducendo attrito ed usura"
Guida alle applicazioni, 1986
"Le superfici che scorrono a contatto tra loro, operanti con lubrificanti contenenti
microscopiche particelle di PTFE correttamente disperse, acquisiranno un'area
planare dello spessore di 1 micron circa, annullando il contatto metallo su metallo
grazie alle particelle di PTFE che scivolano tra di loro".
Guida alle applicazioni, 1987

Gli echi di questi progressi risvegliarono anche l'interesse delle industrie produttrici: la ICI Fluoropolimeri, una delle maggiori produttrici di polveri di PTFE, commentò nella sua Guida alle applicazioni, proprietà  e processi: "una delle più recenti applicazioni per le polveri lubrificanti di PTFE è l'inserimento nei lubrificanti per motori a combustione interna"
Un considerevole numero di pubblicazioni tecniche furono edite su questa applicazione che diede lustro al ruolo che le particelle di PTFE possono giocare nel riempire le irregolarità  delle superfici metalliche e nel fornire una superficie liscia a bassissimo coefficiente di attrito.
Il PTFE viene condotto sulle superfici operative dal lubrificante di base, grazie a calore e compressione.
I primi tentativi d'inserimento del PTFE nell'olio dei motori incorsero in una serie di problemi concernenti la grandezza, la distribuzione ed il deposito delle particelle, nonché i diversi metalli delle superfici ed i diversi tipi di lubrificanti in uso.

Oggi, alle soglie del 2000, il PTFE ne ha fatta di strada e le sue svariate formulazioni sono ben lungi dalle primordiali polveri da cui l'idea ebbe origine.
Il sofisticato PTFE che oggi viene usato nei circuiti con filtro olio è statisticamente composto di particelle totalmente inferiori ad 1 micron. Tale caratteristica soddisfa ampiamente la complessità  degli attuali elementi filtranti nonché i limiti di tolleranza meccanica.
Studi successivi sulla "pellicola autocicatrizzante" di PTFE hanno consentito la sua introduzione in una vasta gamma di applicazioni, sempre tesi alla maggiore durata dei metalli e ad una migliore operatività , in generale, riducendo drasticamente problematiche connesse ad "attrito, usura e corrosione".

NUOVE FORMULAZIONI ED APPLICAZIONI.
Sono ormai diverse le Aziende che hanno introdotto il PTFE nella loro gamma di lubrificanti, soprattutto prodotti made in USA. Solo che sono tutti simili e con un campo applicativo molto limitato. Ciò testimonia le notevoli difficoltà  incontrate anche dalle più rinomate Aziende Chimiche per la ricerca e lo sviluppo di nuove applicazioni al PTFE nel settore tribologico.
Tutte le formulazioni che compongono la gamma "HIGH PERFORMANCES" (by ToniSlider) sono uniche, tecnologicamente le più evolute e con un campo applicativo universale, sia a livello di prevenzione che di cura per motori, ingranaggi lubrificati, metalli statici ed in movimento.
Il merito del ns. Team è quello di lavorare duramente e caparbiamente per cercare di risolvere le situazioni più estreme e non accontentarsi mai di parziali successi.
Per ogni campo applicativo, oltre alla formulazione base, possiamo contare su varie alternative per risolvere tutte le problematiche soggettive, anche le più estreme.
Motivo per cui siamo probabilmente gli unici al mondo ad essere in grado di poter offrire formulazioni personalizzate nell'arco di 24 ore.
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Messaggioda ivncmdr » gio 27 mar 2003, 10:34

P.T.F.E.
STRUTTURA E PROPRIETA'

P.T.F.E

Il PTFE (PolyTetraFluoroEthylene) è un polimero scoperto casualmente negli anni '30. Polimerizzando alcuni monomeri di TetraFluoroEthylene, si ottenne una polvere bianca con nessun monomero e differenti residui.

STRUTTURA E PROPRIETA' DEL PTFE

STRUTTURA DELLA CATENA MOLECOLARE. Studi teorici ed osservazioni pratiche indicano che le macromolecole del PTFE hanno una struttura lineare. Poiché il PTFE è insolubile, la sua determinazione molecolare quantitativa non è individuabile. Prove effettuate con classificatori radioattivi indicano valori di velocità  compresi tra 400.000 e 900.000. Praticamente, soltanto la relatività  molecole quantitativa è determinata dalla misurazione della densità  in un test standard. Così aumenta la densità  con elevato grado di cristallinità , e questa è inversamente proporzionale alla quantità  molecolare. Da ciò si evince che molti esemplari hanno un maggiore abbassamento di densità  rispetto agli esemplari con minore quantità  di molecole. Tutto ciò dimostra l'elevatissima resistenza chimica del polimero.

STABILITA' TERMICA
Nessun'altra materia plastica tuttora esistente, od altro polimero del Fluoro, eguaglia il PTFE in stabilità  termica. La pellicola formata dal PTFE resiste fino a 300°C e conserva la resistenza a questa temperatura per un mese circa, mostrando una riduzione della tensile struttura soltanto del 10-20%. Per cui non è necessario proteggere il materiale dal calore con aggiunta di speciali stabilizzanti.

RESISTENZA ALLE TEMPERATURE
La massima continuità  di resistenza alle temperature in ogni situazione dipende dallo stress meccanico richiesto dalle varie applicazioni. Sotto moderati carichi di lavoro, il limite massimo di temperatura sopportato dal PTFE è di 260°C, con possibilità  di eccedere per brevi periodi.

RESISTENZA AL LOGORIO
Il PTFE possiede ottime doti di flessibilità  ed elasticità  a temperature ambientali.
La resistenza all'abrasione del PTFE è inferiore a certe altre materie plastiche. Ciò è dovuto probabilmente alla bassa forza intermolecolare, da un lato, e dall'altro, al fatto che la singola particella non forma una vera fusione quando trasformata ma sinterizza contemporaneamente più o meno saldamente.
Il test di abrasione condotto secondo le specifiche FNK7FNM (tabelle di abrasione) produce i seguenti risultati:
- grado di logorio (per quantità ) Gs=85mg/100rev
- grado di logorio (per volume) Vs=40mm3/100rev.

Il PTFE composto possiede un'ottima resistenza al logorio anche se sottoposto ad elevati carichi.

IMPERMEBILITA' ALL'ACQUA
Il coefficiente di permeabilità  al vapore acqueo, determinato in un film dello spessore di 0,1mm era stato scoperto di essere Pw=1.10.g/m.h.mbar.
Ovvero, la parete coperta di PTFE era completamente impermeabile. Per cui, rivestendo il metallo con questa sottilissima pellicola di PTFE si ottiene una duratura protezione, soprattutto dalla corrosione. In prolungate immersioni in acqua di metalli, non è mai affiorato alcun sintomo di corrosione.

RESISTENZA CHIMICA
La presenza di Fluorato Carbonico rende il PTFE chimicamente inerte. Molti agenti corrosivi, per es.: acido idroclorico ed idrofluorico, sulforici irritanti ed acido nitrico, soluzione calda di soda caustica, gas clorinati, etc., non producono effetti collaterali sul PTFE.
Finora non è stato scoperto alcun composto che riesca a dissolvere il PTFE a temperature inferiori a 300°C.
Solo a temperature vicine al punto di fusione, alcuni oli fluorinati, tipo il Perfluoro di Kerosene, fanno sì che il polimero tenda a gonfiarsi o dissolversi.
Gli Idrocarburi fluorinati (composti assomiglianti al PTFE come struttura, ma nettamente dissimili) sono soggetti a gonfiori della struttura cristallina già  a temperatura ambiente.

Il PTFE è chimicamente attaccabile soltanto da un piccolo numero di particolari sostanze:
- Il polimero può essere attaccato con metallo alcalino fuso o sciolto. Questa reazione è utilizzata per legare una superficie.
- Alogeni: elementari fluorinati e clorinati trifluoridi non influiscono sul PTFE sia a temperatura ambiente che sotto normali pressioni. Talvolta possono verificarsi violente reazioni ad alte temperature e/o incrementi di pressione.
- Ad alte temperature, una reazione con altre sostanze può essere indotta per cercare di creare un composto tecnicamente molto stabile. Per es., al di sopra di 350°C, reazioni con Alkali e metalli provenienti da terre alcaline, e loro composti, in particolare con Ossidi e Carbonati, sono stati osservati. Il locale surriscaldamento provoca una violenta reazione perfino alla pressione atmosferica e con libero materiale impacchettato (formazione del corrispondente Metallo fluoridico).

RESISTENZA AGLI AGENTI ATMOSFERICI
Il PTFE possiede un'elevata resistenza agli agenti atmosferici ed è ideale per applicazioni esterne.
Nessuna variazione è stata riscontrata dopo parecchi anni di esposizione ad estreme condizioni climatiche e non è richiesto nessun stabilizzatore per ottenere questi risultati.

PROPRIETA' FISIOLOGICHE
Il PTFE è fisiologicamente inerte a temperatura ambiente, fino al suo flash-point di 300°C. Dopodiche diviene moderatamente tossico. Non causa irritazioni cutanee ed è compatibile con numerosissime applicazioni: l'adozione del PTFE in Ortopedia e Cardiochirurgia è stato fondamentale per garantire una migliore qualità  di vita e, soprattutto, per "salvare la vita!"

ESPANSIONE TERMICA
Il PTFE composto possiede un'espansione termica che spazia da -29°C a +280°C.

RESISTENZA AL CALORE
Al di sotto delle normali condizioni operative, il PTFE è non infiammabile ed incombustibile. L'ossigeno accelera la degradazione del PTFE soltanto a temperature superiori a 450°C.
Se temperatura e pressione aumentono repentinamente, è possibile che avvenga una rapida degradazione del polimero, particolarmente in presenza di Ossigeno puro.

PROPRIETA' ANTI ADERENZA
Le forze intermolecolari del PTFE sono particolarmente più piccole rispetto ad altre materie plastiche, e non. Ne consegue che le altre materie hanno possibilità  nulle od estremamente ridotte di aderire al PTFE. Questa proprietà  anti - aderenza è utilizzata in numerose applicazioni (la prima è stata la "padella per uso domestico", datata 1950). Il PTFE è difficoltoso da inumidire. Il contatto angolare con l'acqua avviene a 126°C.

PROPRIETA' ANTI ATTRITO
La forza intermolecolare estremamente bassa è anche conseguenza del bassissimo coefficiente di resistenza all'attrito del PTFE (0,01), nei confronti di tutte le altre materie.
Gli esperimenti hanno determinato ed evidenziato che il "coefficiente di attrito" dipende da un certo numero di fattori, per es.: calcolando la velocità  di pressione e scivolosità , i diversi materiali, la composizione atmosferica ed ogni tipo di normale lubrificante. In generale, è indispensabile sapere che:
- il coefficiente di "attrito" statico e dinamico del PTFE è perfettamente identico. Per cui non frappone ostacoli al movimento
- appena il carico aumenta, il coefficiente di "attrito" diminuisce molto rapidamente
- l'incremento di velocità , grazie alla maggiore scivolosità , è di 50m/min circa. Se il cristallino è impiegato a temperature oscillanti tra 325-340°C, avviene un'irreversibile cambiamento nella struttura superficiale
- il coefficiente di "attrito" del PTFE, a 20°C, aumenta leggermente con l'aumento della temperatura, stabilizzandosi nella fase di transizione. I valori rimangono costanti fino a 327°C, più o meno.
Per molte applicazioni questo dato è di estrema importanza, considerando che le proprietà  "anti-attrito" possono essere mantenute ampiamente anche al di sotto di 0°C.
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Messaggioda ivncmdr » gio 27 mar 2003, 10:35

Perché l'uso della gamma HIGH PERFORMANCES è sinonimo di risparmio e maggiore durata ed operatività  dei metalli !?

Qualsiasi materia che sfrega contro un'altra genera calore. Il calore provoca la dilatazione delle materie. Tanto maggiore è la dilatazione delle materie, quanto maggiore è la richiesta di energia.

Questo fenomeno viene comunemente denominato "attrito", quindi l'attrito è la forza che, opponendosi al moto, trasforma parte dell'energia applicata in calore.
L'unica tecnologia idonea a ridurre questa problematica è la "lubrificazione".
La lubrificazione è essenziale in tutte le componenti del mondo terrestre. Se questa è ottimale, tutto l'organismo ne beneficia. Altrimenti bisogna ricorrere a rimedi di vario genere e natura per ristabilire il fondamentale equilibrio. Più il rimedio è idoneo e qualitativo, maggiori sono i benefici a breve - medio e lungo termine.

Nel settore tribologico, gli unici lenitivi per questa problematica sono i lubrificanti, di vario genere, natura e qualità . La materia lubrificante che possiede le proprietà  più complete ed efficaci, in assoluto, è il PTFE.

Il PTFE (PolyTetraFluoroEthylene) è una materia di sintesi aventi le seguenti caratteristiche.
- Detiene il primato per il minore coefficiente di resistenza all'attrito, lo 0,01
- E' l'unica materia a possedere un attrito dinamico inversamente proporzionale al suo attrito statico
- Possiede una stabilità  termica che varia da -29° a +300°C
- Possiede un'elevatissima resistenza al logorio ed agli agenti atmosferici
- E' impermeabile all'acqua, quindi non solubile
- Possiede elevatissime proprietà  di anti - aderenza
- E' inerte, ovvero non reagisce con nessun'altra sostanza.

Fonti articolo: Catalogo TonySlider, Tuttotuning, Internet.
Ultima modifica di ivncmdr il ven 28 mar 2003, 9:31, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda theduke » gio 27 mar 2003, 11:11

miiii che :ciapet: professorone!!!
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Messaggioda Cla79 » gio 27 mar 2003, 21:29

:eeek: SENZA PAROLE :eeek:

Complimenti !
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Messaggioda Nigogti » gio 27 mar 2003, 21:44

Ivan da dove la copi tutta sta roba? :ciapet:
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Messaggioda ELF24 » gio 27 mar 2003, 22:03

ivncmdr ha scritto:Perché l'uso della gamma HIGH PERFORMANCES è sinonimo di risparmio e maggiore durata ed operatività  dei metalli !?
......


si, ma dicendo la marca hai praticamente rovinato tutto! sembra solo una pubblicità !
iniziamo a dire tutte le marche che distribuiscono questi antiattrito e poi chi eventualmente li ha provati potrà  fornirci le sue opinioni.
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Messaggioda ELF24 » gio 27 mar 2003, 22:06

io ad esempio ho provato il ceramic p. l. e lo ritengo esclusivamente un alleggerimento al portafoglio, effetti zero (tranne una cospiqua somma in meno in tasca mia)
anche se il CPL non è a base di PTFE è sempre considerato un antiattrito, quindi non dovrei essere fuori argomento...
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Messaggioda Cla79 » gio 27 mar 2003, 22:20

Io parlavo con un mio collega che ha un golf 4° serie 110cv portato a 130, ke ha fatto il trattamento antiattrito...non sa neanche lui quale, ma sinceramente se ne è accorto poco... idem mi diceva il mio benzinaio ke ha sentito di preparatori d'auto ke considerano inutili i trattamenti anti attribto...boh....

Se mi dite ke ne vale la pena lo faccio altrimenti....son sempre un gruzzoletto di €uri :( :(
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Messaggioda ELF24 » gio 27 mar 2003, 22:22

si infatti, io penso che vista la spesa e la resa che dà  forse non ne vale la pena, io penso che al max si possano spendere 50 euro, non di +
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Messaggioda ivncmdr » gio 27 mar 2003, 23:44

dai state buoni, è chiaro che quella roba non è tutta mia, non sono mica un chimico, le info le ho prese in parte dal catalogo di ToniSlider, ecco il perchè della come la chiami te "pubblicità ".

Ma adesso dimmi una cosa ELF....guidando riesci a renderti conto delle varie differenze nella composizione del Teflon (PTFE)....se sì complimenti!
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Messaggioda mc0676 » ven 28 mar 2003, 8:41

ELF24 ha scritto:
ivncmdr ha scritto:Perché l'uso della gamma HIGH PERFORMANCES è sinonimo di risparmio e maggiore durata ed operatività  dei metalli !?
......


si, ma dicendo la marca hai praticamente rovinato tutto! sembra solo una pubblicità !
iniziamo a dire tutte le marche che distribuiscono questi antiattrito e poi chi eventualmente li ha provati potrà  fornirci le sue opinioni.


Elf,
l'articolo che Ivan ha postato penso che lo abbia preso pari pari dal sito della SliderHyperLube e quindi un pelo di pubblicità  è normale che ci sia.

Quello che però voglio mettere in chiaro, perché ci tengo, è che l'Ibiza Tuning Club non ha niente a che fare con la SliderHyerLube nel senso che non ci sono accordi pubblicitari e cose del genere.

Abbiamo aperto 2 topics sull'argomento PTFE della SliderHyperLube proprio sulla base dell'esperienza di più persone, tra cui il sottoscritto.

Poteva essere il Ceramic Power Liquid o quel che vuoi, per esempio: abbiamo citato questo PTFE perché, obiettivamente, ha dei vantaggi.

Però è chiaro che prendendone per esempio più kit insieme si riesce a spuntare qualcosa sul prezzo finale (è ovvio) ma, TI POSSO GARANTIRE (e puoi chiederlo in privato a chi mi conosce) che sarei il primo ad oppormi se scoprissi una qualche forma di guadagno derivante dal PTFE.

Nulla di personale Elf, ma ci tenevo a precisare che l'Ibiza Tuning Club è un Club gratuito di amici, virtuali e reali, che condividono tutti la stessa passione e nessuno, dico nessuno, vuol e DEVE fare soldi con i soldi degli altri.

Ciao, se hai dei dubbi o vuoi ulteriori informazioni non esitare a chiedere (meglio se in PM dato che rischiamo di andare OT). Grazie.

:wink: :wink:

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Messaggioda ivncmdr » ven 28 mar 2003, 9:23

Ci tenevo a precisare cmq che la composizione chimica del Teflon (PTFE) è una sola, ho lasciato scritta la marca che ho citato perchè sono sicuro che quel prodotto contiene Teflon, mentre le altre marche non so cosa contengano, chi ne sa altre può anche riportarle unitamente alla composizione del prodotto.
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Messaggioda Limbo » ven 28 mar 2003, 10:03

Nulla di personale Elf, ma ci tenevo a precisare che l'Ibiza Tuning Club è un Club gratuito di amici, virtuali e reali, che condividono tutti la stessa passione e nessuno, dico nessuno, vuol e DEVE fare soldi con i soldi degli altri.

Ciao, se hai dei dubbi o vuoi ulteriori informazioni non esitare a chiedere (meglio se in PM dato che rischiamo di andare OT). Grazie.

oppure inviaMi 50 Euri che ti dico tutto quello che vuoi :ciapet:

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Messaggioda ELF24 » ven 28 mar 2003, 21:35

ragazzi vi assicuro che non volevo creare nessuna polemica e credo ciecamente nella vostra buona fede, ho detto così solo xchè troppo spesso si vedono esporre potenzialità  di prodotti miracolosi dei quali non ci sono dimostrazioni certe...
o cmq la resa che danno spesso è minima rispetto ai soldi che si spendono.
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Messaggioda ELF24 » ven 28 mar 2003, 21:44

dai state buoni, è chiaro che quella roba non è tutta mia, non sono mica un chimico, le info le ho prese in parte dal catalogo di ToniSlider, ecco il perchè della come la chiami te "pubblicità ".


l'ho detto proprio x questo, visto che sembrava di leggere il sito di toni, e non una serie di cose rielaborate da te, l'ho chiamata pubblicità ...


Ma adesso dimmi una cosa ELF....guidando riesci a renderti conto delle varie differenze nella composizione del Teflon (PTFE)....se sì complimenti!


beh io penso che valga lo stesso discorso x chi dice il contrario, cioè come si fa ad accorgersene che la macchina va meglio quando guadagnerà  si e no 5-6 cavalli a dir tanto?

x concludere IVAN niente di personale e spero che questo scambio di pareri non abbia in qualche modo intaccato la stima e il rispetto (almeno da parte mia) che spero ci sia sempre stato tra di noi (come con molti altri fra l'altro).
ok :wink:
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Messaggioda mc0676 » ven 28 mar 2003, 21:46

Elf hai pienamente ragione !
Non ti preuccupare per la polemica, siamo qui per discutere !
Guarda per esempio per varie V-Power e menate varie ... eppure per alcuni vanno molto bene.

Personalmente, dato che la mia moto Guzzi V35-II datata 1980 non ha l'accensione elettronica, per evitare di ritoccare la fase ho dovuto utilizzare la V-Power e rispetto alla verde è tutto su un altro pianeta.

Ti posso anche garantire che dopo aver fatto il trattamento antiattrito al PTFE della Guzzi è molto migliorata in fluidità : la Guzzi dietro ha il cardano (al posto della catena) e adesso mi posso permettere di scalare anche rapidamente cosa che prima dovevo stare molto attento a fare !

Per l'Ibiza, cosa che hanno notato tutti quelli che l'han fatto, non ho rilevato un incremento di prestazioni, e neanche ti posso dire che adesso consuma meno, ma una volta fatto mi sono praticamente subito reso conto che qualcosa nell'erogazione del motore era cambiato.
Non solo, se da originale a 1000 giri se davi gas per esempio in 3° o 4° sfarfugliava e brontolava, a trattamento fatto riprendeva molto ma molto più fluidamente.

Io, è chiaro, non so se questo miglioramento valga 85 o 100 € però ... tutto sommato ... qualcosa rendono questi trattamenti.

Chiaro che non devono essere interpretati come manna dal cielo e neanche bisogna credere, sarebbe da pazzi, che rendano indistruttibile il nostro motore.

E non ti preuccupare di essere "scettico" ... io personalmente sono scettico, per esempio, su altre cose e fin tanto non le avrò provate, come te, avrò il diritto di esserlo.

mc0676

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Messaggioda Limbo » ven 28 mar 2003, 21:48

tranquillo elf!!! se no cosa scriviamo a fare!!! :wink:

il ptfe comunque non credo faccia guadagnare proprio nulla in potenza!
I benefici sono molti per il mantenimento del motore!

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Limbo

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Messaggioda mc0676 » ven 28 mar 2003, 21:50

spero che questo scambio di pareri non abbia in qualche modo intaccato la stima e il rispetto (almeno da parte mia) che spero ci sia sempre stato tra di noi (come con molti altri fra l'altro).
ok :wink:


Non ti preuccupare Elf ... ci mancherebbe.
Che gusto ci sarebbe se tutti fossimo d'accordo ?!?!!?!? :mrgreen: :mrgreen:

Cmq il PTFE non rende neanche 1 cv, alla fine dovrebbe in qualche modo aiutare il motore, facendolo soffrire meno e rendendolo semplicemente più fluido. Tutto qua.

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