Eccomi!
ATTRITO è la forza che opponendosi al moto, trasforma parte dell'energia meccanica in calore.
In ogni componente meccanica l'attrito deve essere ridotto al minimo per consentire non soltanto la riduzione di eccessivi assorbimenti di potenza, bensì anche per garantire una maggiore affidabilità in ogni condizione di lavoro e sensibili riduzioni energetiche.
Tutte le parti in movimento debbono necessariamente essere lubrificate, con grassi od oli, per ridurre al minimo l'usura e la possibilità di "grippaggi".
Nel settore motoristico, pur essendo gli attuali "normali" lubrificanti di qualità molto elevata, esiste una materia che possiede poteri specifici nettamente superiori: il PolyTetraFluoroEthylene (PTFE), più noto con il nome commerciale TEFLON".
Il PTFE è un polimero scoperto casualmente alla fine degli anni '30, dimostratosi eccezionalmente resistente al calore, ai solventi chimici ed alla corrosione, oltre ad essere chimicamente stabile ed inerte.
E' la materia plastica avente il minor coefficiente di resistenza all'attrito conosciuto dall'uomo: lo 0,01%, equivalente all'attrito sviluppato dallo sfregamento di ghiaccio bagnato su ghiaccio bagnato.
Sfruttando le sue molteplici caratteristiche, a partire dagli anni '50, fu inserito in una vasta gamma di applicazioni, dalle padelle anti - aderenti all'astronautica: Fu utilizzato per la prima volta dalla NASA nel programma spaziale APOLLO come rivestimento esterno delle navicelle spaziali, onde mitigare attrito e calore, che raggiungono livelli inimmaginabili in fase di uscita dall'atmosfera.
La scoperta di questo polimero, con le sue eccezionali doti di versatilità , è stata una vera e propria manna in molti settori: nell'idraulica come isolante (il PTFE è estremamente impermeabile all'acqua), nella Chirurgia e Cardiochirurgia come materiale anallergico per la costruzione di protesi autolubrificate di ogni genere (il PTFE è una materia assolutamente inerte che non reagisce con nessun altro composto esistente), nella Metallurgia come complemento ai materiali da costruzione per componenti sottoposti a logorio, nella Tribologia come riduttore di attrito tra superfici metalliche.
Evoluzione nelle applicazioni: dalle polveri di PTFE ai "trattamenti per metalli e motori".
Negli anni successivi alla sua scoperta, il PTFE veniva venduto dalle Industrie produttrici di polimeri esclusivamente sotto forma di polvere, da usarsi come additivo in una vasta gamma di applicazioni: nei materiali termoplastici, negli inchiostri da stampa, nei grassi, negli oli lubrificanti, nei rivestimenti metallici, nelle vernici.
La presenza del PTFE consentiva di ridurre l'attrito, migliorare l'aderenza, la resistenza termica e le proprietà autolubrificanti delle sostanze alle quali veniva aggiunto.
L'importanza dell'uso del PTFE nei motori a combustione interna divenne oggetto di studio soltanto negli anni '70. La prima pubblicazione assoluta sui benefici dell'uso di PTFE nei motori si ebbe nel '76, grazie allo Scienziato F.R.Reick
Da allora l'aggiunta di PTFE all'olio motore, per il momento unico organo considerato, assunse un ruolo di spicco in diversi studi e test: furono pubblicati numerosi fogli tecnici a partire dagli anni '80, soprattutto negli USA, e tutti concordavano che vi erano reali benefici tribologici nell'uso di lubrificanti contenenti PTFE, i quali contribuivano a migliorare l'efficienza energetica e termica dei motori.
Eccezionali proprietà "anti-attrito" a prova di test.
In diversi test con normale olio SAE 20W50 furono constatate riduzioni del consumo di carburante dal 4 al 6% ed emissioni di monossido dimezzate, utilizzando un PTFE commerciale colloidale. Gli ottimi risultati ottenuti incoraggiarono le ricerche in tal senso e la conoscenza dei benefici effetti del PTFE sulle superfici metalliche divenne sempre più approfondita:
"E' importante capire che le formulazioni contenenti PTFE producono minor attrito
intrappolando le particelle tra le superfici operative" F.R:Reick-Fluoramics Inc.1981
"Le particelle di PTFE, correttamente disperse, sono in grado di penetrare nelle linee
e nei punti di contatto tra le superfici, riducendo attrito ed usura"
Guida alle applicazioni, 1986
"Le superfici che scorrono a contatto tra loro, operanti con lubrificanti contenenti
microscopiche particelle di PTFE correttamente disperse, acquisiranno un'area
planare dello spessore di 1 micron circa, annullando il contatto metallo su metallo
grazie alle particelle di PTFE che scivolano tra di loro".
Guida alle applicazioni, 1987
Gli echi di questi progressi risvegliarono anche l'interesse delle industrie produttrici: la ICI Fluoropolimeri, una delle maggiori produttrici di polveri di PTFE, commentò nella sua Guida alle applicazioni, proprietà e processi: "una delle più recenti applicazioni per le polveri lubrificanti di PTFE è l'inserimento nei lubrificanti per motori a combustione interna"
Un considerevole numero di pubblicazioni tecniche furono edite su questa applicazione che diede lustro al ruolo che le particelle di PTFE possono giocare nel riempire le irregolarità delle superfici metalliche e nel fornire una superficie liscia a bassissimo coefficiente di attrito.
Il PTFE viene condotto sulle superfici operative dal lubrificante di base, grazie a calore e compressione.
I primi tentativi d'inserimento del PTFE nell'olio dei motori incorsero in una serie di problemi concernenti la grandezza, la distribuzione ed il deposito delle particelle, nonché i diversi metalli delle superfici ed i diversi tipi di lubrificanti in uso.
Oggi, alle soglie del 2000, il PTFE ne ha fatta di strada e le sue svariate formulazioni sono ben lungi dalle primordiali polveri da cui l'idea ebbe origine.
Il sofisticato PTFE che oggi viene usato nei circuiti con filtro olio è statisticamente composto di particelle totalmente inferiori ad 1 micron. Tale caratteristica soddisfa ampiamente la complessità degli attuali elementi filtranti nonché i limiti di tolleranza meccanica.
Studi successivi sulla "pellicola autocicatrizzante" di PTFE hanno consentito la sua introduzione in una vasta gamma di applicazioni, sempre tesi alla maggiore durata dei metalli e ad una migliore operatività , in generale, riducendo drasticamente problematiche connesse ad "attrito, usura e corrosione".
NUOVE FORMULAZIONI ED APPLICAZIONI.
Sono ormai diverse le Aziende che hanno introdotto il PTFE nella loro gamma di lubrificanti, soprattutto prodotti made in USA. Solo che sono tutti simili e con un campo applicativo molto limitato. Ciò testimonia le notevoli difficoltà incontrate anche dalle più rinomate Aziende Chimiche per la ricerca e lo sviluppo di nuove applicazioni al PTFE nel settore tribologico.
Tutte le formulazioni che compongono la gamma "HIGH PERFORMANCES" (by ToniSlider) sono uniche, tecnologicamente le più evolute e con un campo applicativo universale, sia a livello di prevenzione che di cura per motori, ingranaggi lubrificati, metalli statici ed in movimento.
Il merito del ns. Team è quello di lavorare duramente e caparbiamente per cercare di risolvere le situazioni più estreme e non accontentarsi mai di parziali successi.
Per ogni campo applicativo, oltre alla formulazione base, possiamo contare su varie alternative per risolvere tutte le problematiche soggettive, anche le più estreme.
Motivo per cui siamo probabilmente gli unici al mondo ad essere in grado di poter offrire formulazioni personalizzate nell'arco di 24 ore.