Non ho trovato un posto adatto a questo argomento e così questo mi è parso il più adatto, buona lettura.
L'emancipazione della Seat(Bari, 07.10.2002)
La Sociedad Espańola de Automòviles de Turismo nasce nel 1950 per volere dell’I.M.I, un ente pubblico spagnolo omologo al nostro I.R.I. Partner tecnico dell’operazione fu la Fiat che ottenne, da parte del governo di Franco, la totale “dedizione” del nascente marchio. Mi spiego meglio… in pratica Seat poteva costr
uire solo automobili Fiat su licenza senza assumere contatti con gli altri costruttori europei. Chiaramente Fiat, in cambio, forniva alla nascente azienda progetti ben definiti e linee di montaggio già pronte. Tutto funzionò bene per i primi anni. La Seat esordì sul mercato spagnolo (e solo su quello) nel 1953 producendo una berlina di classe medio-alta, la 1400. Una grossa berlina da 1200 chili di peso, mossa da un “motorino” da 44 cv.
Prestissimo emerse il desiderio d'emancipazione tra i tecnici spagnoli. Quell’accordo siglato pochi anni prima, di fatto li limitava moltissimo. Purtroppo, non potendo prendere contatti con altri costruttori, l’unico modo di “esprimersi” era quelli di modificare secondo proprie specifiche i modelli Fiat. Di seguito tratteremo solo Seat “esclusive”, modelli nati sul base meccanica Fiat e pressoché sconosciuti da noi.
Tutto iniziò con la Seat 600. Era il 1957. La vettura che motorizzò anche la Spagna, fu prodotta, oltre che nella versione due porte, in una curiosa versione quattro porte a pianale leggermente allungato e con motore di 800cc. Risultò poco più che un esercizio, visti i bassi numeri di questa versione (rapportati alla produzione della 600), ma diede impulso a una serie di modelli che si susseguirono sino al 1980.
Nel 1963 esordì la Seat 1500 che utilizzava un motore di 1400cc, in luogo del 1,5 litri torinese ma è nel ’66 che, con l’esordio della Seat 850, la mire indipendentiste spagnole prendono definitivamente piede. Infatti da una costola della 850 nacque una simpatica quattro porte destinata ad affiancare la berlina originaria. La Seat 850 quattro porte montava lo stesso motore da 37 cavalli della versione due porte. La trasformazione riguardò l’allungamento del pianale e della parte posteriore è l’utilizzo di nuove portiere con un telaio diverso rispetto alla due porte.
Il 1968, anno di profonde rivoluzioni culturali, è anche l’anno della Seat 124. Prodotta in oltre un milione di esemplari, la media spagnola esordì con lo stesso motore 1197 cc della versione
italiana. L’anno dopo fu affiancata dalla versione “5 puertas”, corrispondente alla nostra familiare, e dalla 1430, mentre nel 1976 esordì la 124 Pamplona dotata di un nuovo frontale a due fari rettangolari (alcuni esemplari furono esportati anche da noi). Mentre la 124 berlina torinese fu proposta solo con motori di 1,2 e 1,4 litri, il modello Seat usufruì di motori anche di motori 1.6, 1.8 e 2 litri e di un lento “milleotto” diesel Perkins (lo stesso della Alfa Romeo Giulia diesel). A metà anni ’70, in piena crisi petrolifera, molte 124 diesel arrivarono anche in Italia , grazie al mercato parallelo.
Il ’72 è l’anno della Seat 127, la cui versione 4 porte, sviluppata in Spagna, fu esportata da noi e venduta come Fiat. Ma il primo, vero, modello esclusivo di Seat esordì nel 1974 e si chiamava 133. Probabilmente si tratta di un “aborto spontaneo” degli uffici tecnici Fiat, ceduto poi all’affiliata spagnola che si occupò di organizzarne l’industrializzazione.
Più della contemporanea 127 Seat, la 133 contribuì all’affermazione dello staff tecnico spagnolo. La vettura presentava la stessa impostazione estetica della 127 (di cui conservava il giro porte e parte del padiglione), montando però la meccanica della 850. Quindi era, praticamente, una 127 da 850cc a motore posteriore. Detto così, vi sembrerà quasi che stia farneticando, guardate bene le immagini e ne avrete un’idea… Ovviamente, avendo il motore sistemato dietro, il frontale della 133 era privo di mascherina e ricorda quello della 126 Fiat opportunamente “stirato”. Il motore di 843cc offriva due livelli di potenza: 37 cv a 5000 rpm, nella versione ottimizz
ata per il funzionamento a 96 ottani, e 34 cv a 4800 rpm per la versione da 85 ottani. Il cambio era a quattro marce per entrambe e la velocità massima raggiungibile oscillava tra i 120 ed i 125 km/h. Una plancia in plastica rigida con la strumentazione rettangolare facevano della 133 una vettura più economica della “borghese” 127. La 133 fu, molto probabilmente, la prima Seat (se si esclude la 127 quattro porte) ad uscire dai confini nazionali. Fu infatti esportata, con scarso successo (… e vorrei vedere, con quella impostazione estetica!) in numerosi paesi europei, fuorché in Italia, ovviamente sotto l’insegna “Fiat 133”.
Nello stesso periodo nacque a Martorell il “Centro Tecnico de SEAT”. In pratica si ufficializzò così, l’esistenza di un ufficio di progettazione specifico di Seat, un’ulteriore spinta verso l’autonomia, voluta dagli “irredenti” tecnici spagnoli che, prima d’ora avevano sempre lavorato a braccetto con gli ingegneri Torino. La primizia del “Centro Tecnico” fu la Seat 1200 Sport del 1976: il primo modello progettato e concepito interamente in Spagna senza l’ausilio della consulenza di Fiat. Chiaramente fu fatto ampio utilizzo di componenti “made in Fiat”. Purtroppo non ci si poteva spingere oltre… La 1200 Sport, come il nome stesso suggerisce, è una coupè creata sulla stessa base telaistica della 127 e dotata del motore 1197cc della 124. L’inesperienza dei designer Seat è evidente. La vettura manca d’equilibrio sia esternamente, con linee spigolose mal raccordate tra loro e dove emerge un frontale in gomma vagamente ispirato a quello dei prototipi Fiat ESV, sia nell’impostazione e nella realizzazione, decisamente sommarie e poco curate, della plancia e degli arredi. Elemento di spicco erano i sedili, dalla forma “vagamente” sportiva. Successivamente la 1200 Sport fu equipaggiata col 1430cc , sempre di derivazione 124. Ultima “Fiat della Seat” risale al 1980 e fu la Panda 34, ovvero una Panda col motore 850 della 133.
L’anno seguente Fiat e Seat divorziarono. Ciò, di fatto liberò gli ingegneri di Martorell dagli stretti vincoli con Torino, ma mise il costruttore spagnolo davanti ad una serie di difficoltà che non avrebbe mai superato da solo. Infatti si rese necessaria la differenziazione dell’intera produzione Seat rispetto alla gamma Fiat. Ciò significava aggiornare la Panda, la Ritmo e la 127. Ci riuscirono con l’aiuto della Volkswagen, partner di Seat a partire dal 1982. La 127 divenne Fura, la Ritmo diventò Ronda e, nel 1986 la Panda si trasformò in Marbella. Nel 1985 esordì l’Ibiza, modello sviluppato sulla base della Ritmo/Ronda e che slanciò il marchio Seat sul mercato Europeo. Seguì la versione quattro porte dell’Ibiza, la Malaga, che tradiva la parentela con la Ritmo essendo simile in alcuni particolari alla versione quattro porte di quest’ultima, ossia la Fiat Regata.
Intanto la Volkswagen aveva acquisito totalmente la casa spagnola che, nel 1991 presentò il primo modello del “nuovo corso”, la Toledo disegnata da Giugiaro su base Volkswagen e nata sotto lo stretto controllo dei tecnici tedeschi. Cosa è seguito lo sappiamo… oggi la Seat è un feudo Volkswagen in territorio iberico: è la storia che si ripete ciclicamente, senza variazioni!