Olio di colza come carburante

Discussioni tecniche sulla meccanica, aerodinamica ed elettronica nel campo automobilistico ...

Messaggioda mc0676 » sab 26 mar 2005, 21:45

Dal forum di 4R:

--

autore: maggiolone77
data: 26/03/2005 18:09:32

gentili amici del forum, oggi la finanza mi ha recapitato un avviso di garanzia: la procura indagherà  su "presunte sperimentazioni illegali di carburanti per autotrazione di cui non è consentito l'utilizzo nello stato italiano nè nell'unione europea in luoghi non adibiti e non idonei a garantire la sicurezza di chi sperimenta e la sicurezza sociale. la procura indagherà  inoltre su "attività  sovversive nei confronti dell'attuale ordinemento legislativo dello stato italiano".
in definitiva hanno posto sotto sequestro, con sigilli, il mio laboratorio e ho l'obbligo di non lasciare i paesi della comunità  europea.
evidentemente l'olio di colza si può utilizzare nelle auto altrimenti tutto questa confusione non ci sarebbe stata. probabilmente anche questo sito è controllato quindi spero che non vengano a cercare anche voi utilizzatori di colza accusandovi di "concussione" in sovversività  alle leggi vigenti! essendo noi tutti registrati, potrebbero arrivare da noi in qualsiasi istante...!
da parte mia sono estremamente tranquillo e credo che questo sia solo un atto per mettermi paura. se ci saranno noie legali, sono qui per combattere.
a voi la parola.

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Messaggioda mc0676 » mer 30 mar 2005, 8:35

l'olio di colza nel motore
30 marzo 2005



salvatore loiacono


il clima sociale degli ultimi tempi, diciamocelo, non è dei migliori: c’è una sorta di sdoppiamento della società . nessuno è più disposto a scendere sotto il “livello minimo di edonismo”, propostoci dai consigli per gli acquisti, ma contemporaneamente, dopo aver abboccato alla “favola” dei superdiesel, ci si è accorti che con la nuove turbodiesel ipertecnologiche da trentamila euro, si spende poco meno rispetto a quando utilizzavamo "la vecchia brava 1.6". e così, vogliamo risparmiare a tutti i costi (notare la sottile contraddizione in termini...).

che cosa è successo?

alla base ci sono due motivazioni, una tecnica e una legata all’economia.

- motivazione tecnica: nessuno ci ha mai ricordato che, nonostante il rendimento termodinamico di un nuovo turbodiesel sia relativamente elevato, la potenza non vien fuori dal nulla e a parità  di aumento di "cavalleria" e coppia, c’è per forza un aumento dei consumi.
in altre parole, se ci piace tirare le marce, e sentire la spinta dell’accelerazione che solo un moderno motore a gasolio può regalarci, dobbiamo essere anche coscienti del relativo consumo di carburante, perché in questi motori “la sete” è molto condizionata dallo stile di guida, a differenza dei lenti diesel del passato.

- motivazione economica: semplicemente, visto che, ormai, la benzina ha ceduto il passo al diesel, “l’attenzione” del fisco si è spostata maggiormente su quest’ultimo (volendo si potrebbe andare anche più a fondo alla questione, ma usciremo fuori binario).

insomma, auto con efficienza “a doppio taglio”, e prezzo del diesel in continuo rialzo, hanno quasi annullato - e spesso invertito, se consideriamo anche il prezzo di listino di alcuni modelli - il vantaggio di camminare a gasolio. e’ chiaro che qualcuno ha cercato di correre ai ripari.
senza scomodare pratiche dichiaratamente illegali e deprecabili, come l’utilizzo dei combustibili destinati all’agricoltura; molti automobilisti, soprattutto nel nordest, si son ricordati di un altro argomento che spesso ha fatto “rumore”: il biodiesel. peccato che è stato subito confuso con l’olio di colza. il risultato, per quel qualcuno, è stata solo una “salata” sosta in officina.

e' il classico caso di “pasticcio” all’italiana.
cerchiamo di vederci chiaro, con una conoscenza di base di biodiesel e olio di colza.

l'olio di colza è un olio vegetale, ottenuto mediante la spremitura dei semi di colza, una pianta annuale dai fiori gialli, alta molto meno di un girasole. in passato era utilizzato dall’industria chimica come base per i saponi e attualmente è sfruttato ai fini alimentari. in italia, a causa del nostro palato esigente, l’uso di olio di colza nel settore alimentare e limitato all’industria e alla grande ristorazione. l’acquisto al dettaglio è quasi inesistente: provate a cercarlo negli scaffali degli ipermercati, forse lo troverete, ma solo dopo aver tribolato un bel po’.
il maggior vantaggio dell’olio di colza, rispetto al classico olio di oliva, consiste nel prezzo bassissimo, circa 65 cent. al litro. il freno alla diffusione al dettaglio, invece, risiede essenzialmente nel sapore poco gradevole.

il biodiesel, è un combustibile vero e proprio ottenuto con un vero e proprio processo di raffinazione. l’olio vegetale, nella produzione del biodiesel, fa le veci del petrolio e vien fatto reagire con metanolo in una reazione chimica chiamata transesterificazione.
nella transesterificazione una molecola di acido grasso (trigliceride) reagisce con tre molecole di metanolo, producendo una molecola di glicerolo (che è utilizzato dall’industria cosmetica) e tre “esteri metilici degli acidi grassi”, ovvero, il nostro biodiesel. il processo è necessario per ridurre la viscosità  dell’olio vegetale a un decimo rispetto al prodotto grezzo avvicinandola, quindi, a quella tipica del gasolio e, non ultimo, ad aumentarne il numero di cetano di circa quindici grandezze, portando anche questo a livelli accettabili per la combustione in motori a ciclo diesel veloci.
volendo essere un po' più precisi, però, i due combustibili differiscono per più di un particolare: il biodiesel è più viscoso del gasolio (circa 5 cst contro 2,6), meno stabile all’ossidazione e ha punti di intorbidimento e scorrimento - determinano il comportamento del carburante al variare della temperatura ambientale - decisamente meno favorevoli.

il vantaggio ecologico dell’utilizzo di biodiesel consiste nelle emissioni di anidride carbonica, che praticamente si annullano visto che, tra raffinazione e combustione, viene immessa nell’atmosfera pressapoco la stessa quantità  di co2 sottratta dalle piante usate per la produzione, durante il loro ciclo vitale.
non c’è dubbio che, come tutti i carburanti alternativi, fatica ad imporsi a causa del peso di determinate “lobby”, ma dobbiamo riconoscere che ipotizzando una produzione di massa su scala mondiale, ci vorrebbero enormi, gigantesche, superfici coltivate a colza o girasole, con evidenti difficoltà  connesse: ad esempio, bisognerebbe riorganizzare il settore agricolo su scala globale.
attualmente, il costo industriale del biodiesel, vista anche la ridottissima produzione, è circa il doppio di quello del gasolio. in alcuni stati della ue, è commercializzato miscelato in minime quantità  al gasolio tradizionale, cosa che nel nostro paese avverrà  entro il 2010.

l’utilizzo del biodiesel per autotrazione puro, che deve adempiere a ben determinate specifice uni e din, in assenza di modifiche meccaniche, è sconsigliato dalla maggior parte dei costruttori. gli unici a consentirne l’utilizzo sono la volkswagen, ma non per i motori importati in italia, e la iveco, limitatamente a miscele con massimo il 30% di biodiesel solo per propulsori non alimentati con sistema common-rail. alla base ci sono motivazioni strutturali: il biodiesel, seppur ben digerito dai propulsori, intacca i polimeri costituenti i materiali utilizzati per tubazioni e guarnizioni, con evidenti danni all’impianto di alimentazione. allo stesso modo, se utilizzato su auto non predisposte potrebbero sorgere problemi di non poco conto alla pompa di iniezione, visto che già  da qualche tempo le pompe sono lubrificate dal combustibile stesso e richiedono, quindi, che quest’ultimo abbia le medesime caratteristiche chimiche del gasolio, caratteristiche che il biodisel, come abbiamo visto, non possiede.
sotto l’aspetto tecnico, infatti, va riconosciuto che il vero tallone d’achille dei moderni turbodiesel, risiede proprio nell’impianto di alimentazione che lavora a pressioni elevatissime, con tolleranze tra le parti in movimento di pompa ed iniettori, veramente microscopiche. è per questo che la presenza di umidità  nel filtro, ad esempio, che una volta era solo un fastidio che diventava pericoloso solo se trascurato, si è trasformato in un autentico “incubo”.

il fatto che un motore a gasolio sia in grado di bruciare olio di colza, non fa di quest’ultimo un combustibile adatto all’autotrazione. altrimenti, per assurdo, potremmo anche fare il pieno di olio girasole, olio di semi vari e addirittura olio di scarto da frittura.
ragionando in questi termini, dobbiamo ricordarci che per “fare” del biodiesel, non è sufficiente crearsi in casa una miscela di olio di semi e metanolo al 10%. in questo modo si crea soltanto un intruglio che fa più danni che altro. e, giusto per tornare in argomento, ricordiamo anche che l’olio vegetale ha una viscosità  decine di volte superiore a quella del gasolio e che i nostri bei “superdiesel” son tanto vulnerabili da questo punto di vista.
questi assunti sono ineluttabili. e qualcuno se ne è accorto sulla propria pelle. l’olio di colza, infatti, brucia, è vero, ma è anche tanto, troppo viscoso. se infilato nel serbatoio di qualche vecchia mercedes 300d degli anni settanta non crea problemi, nel motore di qualche nuova cdi ne mette subito fuori uso l’alimentazione. c’è chi giura di riuscire a camminarci e di non avere complicazioni (“solo una puzza di fritto allo scarico”), ma, dando per scontata la veridicità  delle dichiarazioni, è meglio che non dorma sugli allori...

ricapitolando:
- olio di colza = olio vegetale;
- biodiesel = combustibile ottenuto chimicamente;
- miscela casalinga di olio di semi e metanolo = inutile intruglio.
non dimentichiamocelo!

poi... se qualcuno continua ad essere abbagliato dalla lucentezza di quei 65 cent. al litro, noncurante delle argomentazioni tecniche, è bene che rammenti che: utilizzando come carburante un combustibile su cui non gravano impostre, si commette anche il reato di evasione fiscale.

in sostanza... ne vale la pena? visti i possibili rischi, oggettivamente no. ci conviene accettare l’aumento del prezzo del gasolio come un’implicazione della recente “dieselizzazione di massa”. e se proprio ci è difficile digerire tutto questo, meglio pensare a carburanti alternativi “seri”, collaudati e decisamente meno improvvisati: gpl e metano son li che ci aspettano...

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Messaggioda Bigrex » mer 30 mar 2005, 10:24

Il mio dubbio è semplice...
Lo stato (il governo) cerca di spremere denaro ovunque giusto?

Ma non becca un bel 20% abbondante su ogni intervento di riparazione, su ogni pezzo sostituito ecc??

Se l'olio di colza uccide i motori come si sostiene...lo stato non ci guadagnerebbe lo stesso?

Poi...se è vero che le info tecniche non si possono discutere...è anche vero che di esperienze negative sull'uso di tale carburante ne ho sentite poco mentre di positive molte di +!

Non sarebbe meglio da parte del governo permettere l'uso di tali carburanti, aspettare che la gente spacchi un po' di motori, e riscuotere l'iva sulle nuove auto vendute e ricominciare a vendere disel normale?

L'unica spiegazione che mi viene è che incasserebbe moooolti meno soldi dalle riparazioni che dal carburante e se loro incassano meno soldi vuol dire che noi spenderemmo in media meno soldi no?
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Sempre sul Biodiesel

Messaggioda Sympler » sab 2 apr 2005, 15:21

E' da qualche settimana che mi sto informando a tutto spiano su questo argomento e dirò anch'io la mia, anche per non fare cadere nel dimenticatoio questa cosa.
Esprimo la mia opinione dicendo che in giro c'è ancora molta disinformazione, si passa da ingenuo superintusiasmo a gente che denigra l'olio di colza come se fosse l'ennesima moda uscita ad alto tasso bufalesco.

Le opinioni contrastanti che ci sono in giro non contribuiscono di certo a diffondere questa cultura del gasolio ecologico in quanto la gente comune lascia perdere pensando che è un rischio troppo alto per un risparmio troppo basso (questo a mio avviso è anche vero), mentre ci sono gli smanettoni che "osano" a rischio di disfare il motore della propria auto.

Intanto bisogna chiarire una cosa: il biodiesel (vero e proprio) in italia è difficilissimo da trovare ai distributori, mentre in germania, francia, austria stanno aumentando di anno in anno.
Questo è dovuto al fatto che il tetto massimo in italia è diventato 200.000 ton (prima era 300.000 ton) mentre in germania e austria è praticamente illimitato.

Si è sentito di invasioni del supermercato per acquistare l'olio di colza (passato alla storia Lidl che lo vende a 0.64 cents/litro), e di gente che, presa dall'entusiasmo, ha incominciato subito a utilizzare in percentuali alte (anche al 100%) di olio di colza (o olio di semi vari, di soia e di girasole).

Non dico altro, ma lascio una bella vagonata di link che ho recuperato dall'immensa rete del web per diminuire l'ignoranza su questo argomento e fare chiarezza una volta per tutte su una REALE e VALIDA alternativa al gasolio tradizionale:

COME SONO MESSI ALL'ESTERO:

- produzione del biodiesel, proprietà , pro e contro:
http://www.satspa.it/files/EVENTI/Biodiesel.pdf

- guardate un po' la Germania come è messa a biodiesel:
http://www.projectbiobus.com/IOPD_E_RZ.pdf

- e pure l'Austria:
http://europa.eu.int/comm/energy/res/le ... port_en.pd

f

- l'UE in generale, guardando il grafico in fondo non siamo messi così male:
http://www.greensite.it/energia/biodiesel_2.htm

- per chi non lo sapesse, in Brasile è una realtà  già  consolidata:
http://www.ecoage.com/news/20050325/bio ... rasile.htm
http://www.calshop.biz/flex.html


Consiglio di fare un giretto su questo forum, interessante anche per la mitica Iby; nel 3d "COLZA, TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE" c'è un tizio che ha fatto da cavia con una Ibiza 1.4TDI:
http://www.combustibile.it/cgi-bin/Ultr ... BID=1&SID=

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Messaggioda Bigrex » sab 2 apr 2005, 16:47

In questo forum sono tutti entusiasti della colza! :shock:
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Messaggioda Sympler » sab 2 apr 2005, 17:00


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Messaggioda Bigrex » sab 2 apr 2005, 17:07

Si...così riempiamo l'italia con i distributori ITC :D :D
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Messaggioda mc0676 » dom 3 apr 2005, 9:21

Ho sentito in TV qualche giorno fa che in Lombardia hanno disposto il prelievo di carburante durante i normali controlli, non ricordo in che Corpo ma pensavo fosse la solita bufala per far paura alla gente.
Nel forum di 4R sono già  2 i fermati che si sono visti prelevare un misurino di gasolio per i controlli :shock: .

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Messaggioda Bigrex » dom 3 apr 2005, 9:26

Sarei curioso di sapere come fanno! :evil:
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Messaggioda Antares » dom 3 apr 2005, 12:25

a rigor di logica dovrebbe essere la Guardia di Finanza, solo loro possono verificare il reato di evasione fiscale, gli altri corpi non sono in gradi di farlo.
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Messaggioda Sympler » dom 3 apr 2005, 13:35

Anche secondo me è una piccola mossa per far paura.
Io (che sto iniziando solo ora) non ho paura di queste intimidazioni del cavolo.
Poi pensateci: non penso che inizieranno a fare controlli a tappeto perchè l'utilizzo di colza non è ancora così diffuso...penso che passerà  ancora molto prima che inizi (spero mai) uno stato di cose del genere.

Poi, leggi a parte, siamo autorizzati dal premier in persona a evadere in questo caso, perchè le tasse+accise sul carburante ammontano a ben 0,58 euro (http://www.publiweb.it/area/consumatori/pag782.shtml).

Quanto a Berlusconi lo ha anche detto non molto tempo fa, non può smentirsi: http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni ... ontro.html

:D :D :lol:

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Messaggioda Antares » dom 3 apr 2005, 16:19

si ma ha detto moralmente :lol:
dai è una sparata per farsi pubblicità , se lo dici alla pattuglia che ti ferma, ti ridono in faccia.
cmq la politica è off limits lo sapete. :wink:
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Messaggioda Sympler » dom 3 apr 2005, 17:03

La mia era solo una piccola provocazione...
Ma finchè il fenomeno non è di massa le preoccupazioni rimarranno limitate 8)

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Messaggioda ivncmdr » lun 4 apr 2005, 19:18

Fonte: Omniauto.it

Il clima sociale degli ultimi tempi, diciamocelo, non è dei migliori: c’è una sorta di sdoppiamento della società . Nessuno è più disposto a scendere sotto il “livello minimo di edonismo”, propostoci dai consigli per gli acquisti, ma contemporaneamente, dopo aver abboccato alla “favola” dei superdiesel, ci si è accorti che con la nuove turbodiesel ipertecnologiche da trentamila euro, si spende poco meno rispetto a quando utilizzavamo "la vecchia Brava 1.6". E così, vogliamo risparmiare a tutti i costi (notare la sottile contraddizione in termini...).

Che cosa è successo?

Alla base ci sono due motivazioni, una tecnica e una legata all’economia.

- Motivazione Tecnica: nessuno ci ha mai ricordato che, nonostante il rendimento termodinamico di un nuovo turbodiesel sia relativamente elevato, la potenza non vien fuori dal nulla e a parità  di aumento di "cavalleria" e coppia, c’è per forza un aumento dei consumi.
In altre parole, se ci piace tirare le marce, e sentire la spinta dell’accelerazione che solo un moderno motore a gasolio può regalarci, dobbiamo essere anche coscienti del relativo consumo di carburante, perché in questi motori “la sete” è molto condizionata dallo stile di guida, a differenza dei lenti diesel del passato.

- Motivazione Economica: semplicemente, visto che, ormai, la benzina ha ceduto il passo al diesel, “l’attenzione” del Fisco si è spostata maggiormente su quest’ultimo (volendo si potrebbe andare anche più a fondo alla questione, ma usciremo fuori binario).

Insomma, auto con efficienza “a doppio taglio”, e prezzo del diesel in continuo rialzo, hanno quasi annullato - e spesso invertito, se consideriamo anche il prezzo di listino di alcuni modelli - il vantaggio di camminare a gasolio. E’ chiaro che qualcuno ha cercato di correre ai ripari.
Senza scomodare pratiche dichiaratamente illegali e deprecabili, come l’utilizzo dei combustibili destinati all’agricoltura; molti automobilisti, soprattutto nel Nordest, si son ricordati di un altro argomento che spesso ha fatto “rumore”: il biodiesel. Peccato che è stato subito confuso con l’olio di colza. Il risultato, per quel qualcuno, è stata solo una “salata” sosta in officina.

E' il classico caso di “pasticcio” all’italiana.
Cerchiamo di vederci chiaro, con una conoscenza di base di biodiesel e olio di colza.

L'olio di colza è un olio vegetale, ottenuto mediante la spremitura dei semi di colza, una pianta annuale dai fiori gialli, alta molto meno di un girasole. In passato era utilizzato dall’industria chimica come base per i saponi e attualmente è sfruttato ai fini alimentari. In Italia, a causa del nostro palato esigente, l’uso di olio di colza nel settore alimentare e limitato all’industria e alla grande ristorazione. L’acquisto al dettaglio è quasi inesistente: provate a cercarlo negli scaffali degli ipermercati, forse lo troverete, ma solo dopo aver tribolato un bel po’.
Il maggior vantaggio dell’olio di colza, rispetto al classico olio di oliva, consiste nel prezzo bassissimo, circa 65 cent. al litro. Il freno alla diffusione al dettaglio, invece, risiede essenzialmente nel sapore poco gradevole.

Il biodiesel, è un combustibile vero e proprio ottenuto con un vero e proprio processo di raffinazione. L’olio vegetale, nella produzione del biodiesel, fa le veci del petrolio e vien fatto reagire con metanolo in una reazione chimica chiamata transesterificazione.
Nella transesterificazione una molecola di acido grasso (trigliceride) reagisce con tre molecole di metanolo, producendo una molecola di glicerolo (che è utilizzato dall’industria cosmetica) e tre “esteri metilici degli acidi grassi”, ovvero, il nostro biodiesel. Il processo è necessario per ridurre la viscosità  dell’olio vegetale a un decimo rispetto al prodotto grezzo avvicinandola, quindi, a quella tipica del gasolio e, non ultimo, ad aumentarne il numero di cetano di circa quindici grandezze, portando anche questo a livelli accettabili per la combustione in motori a ciclo diesel veloci.
Volendo essere un po' più precisi, però, i due combustibili differiscono per più di un particolare: il biodiesel è più viscoso del gasolio (circa 5 cSt contro 2,6), meno stabile all’ossidazione e ha punti di intorbidimento e scorrimento - determinano il comportamento del carburante al variare della temperatura ambientale - decisamente meno favorevoli.

Il vantaggio ecologico dell’utilizzo di biodiesel consiste nelle emissioni di anidride carbonica, che praticamente si annullano visto che, tra raffinazione e combustione, viene immessa nell’atmosfera pressapoco la stessa quantità  di CO2 sottratta dalle piante usate per la produzione, durante il loro ciclo vitale.
Non c’è dubbio che, come tutti i carburanti alternativi, fatica ad imporsi a causa del peso di determinate “lobby”, ma dobbiamo riconoscere che ipotizzando una produzione di massa su scala mondiale, ci vorrebbero enormi, gigantesche, superfici coltivate a colza o girasole, con evidenti difficoltà  connesse: ad esempio, bisognerebbe riorganizzare il settore agricolo su scala globale.
Attualmente, il costo industriale del biodiesel, vista anche la ridottissima produzione, è circa il doppio di quello del gasolio. In alcuni Stati della UE, è commercializzato miscelato in minime quantità  al gasolio tradizionale, cosa che nel nostro Paese avverrà  entro il 2010.

L’utilizzo del biodiesel per autotrazione puro, che deve adempiere a ben determinate specifice UNI e DIN, in assenza di modifiche meccaniche, è sconsigliato dalla maggior parte dei costruttori. Gli unici a consentirne l’utilizzo sono la Volkswagen, ma non per i motori importati in Italia, e la Iveco, limitatamente a miscele con massimo il 30% di biodiesel solo per propulsori non alimentati con sistema common-rail. Alla base ci sono motivazioni strutturali: il biodiesel, seppur ben digerito dai propulsori, intacca i polimeri costituenti i materiali utilizzati per tubazioni e guarnizioni, con evidenti danni all’impianto di alimentazione. Allo stesso modo, se utilizzato su auto non predisposte potrebbero sorgere problemi di non poco conto alla pompa di iniezione, visto che già  da qualche tempo le pompe sono lubrificate dal combustibile stesso e richiedono, quindi, che quest’ultimo abbia le medesime caratteristiche chimiche del gasolio, caratteristiche che il biodisel, come abbiamo visto, non possiede.
Sotto l’aspetto tecnico, infatti, va riconosciuto che il vero tallone d’Achille dei moderni turbodiesel, risiede proprio nell’impianto di alimentazione che lavora a pressioni elevatissime, con tolleranze tra le parti in movimento di pompa ed iniettori, veramente microscopiche. àˆ per questo che la presenza di umidità  nel filtro, ad esempio, che una volta era solo un fastidio che diventava pericoloso solo se trascurato, si è trasformato in un autentico “incubo”.

Il fatto che un motore a gasolio sia in grado di bruciare olio di colza, non fa di quest’ultimo un combustibile adatto all’autotrazione. Altrimenti, per assurdo, potremmo anche fare il pieno di olio girasole, olio di semi vari e addirittura olio di scarto da frittura.
Ragionando in questi termini, dobbiamo ricordarci che per “fare” del biodiesel, non è sufficiente crearsi in casa una miscela di olio di semi e metanolo al 10%. In questo modo si crea soltanto un intruglio che fa più danni che altro. E, giusto per tornare in argomento, ricordiamo anche che l’olio vegetale ha una viscosità  decine di volte superiore a quella del gasolio e che i nostri bei “superdiesel” son tanto vulnerabili da questo punto di vista.
Questi assunti sono ineluttabili. E qualcuno se ne è accorto sulla propria pelle. L’olio di colza, infatti, brucia, è vero, ma è anche tanto, troppo viscoso. Se infilato nel serbatoio di qualche vecchia Mercedes 300d degli anni Settanta non crea problemi, nel motore di qualche nuova CDI ne mette subito fuori uso l’alimentazione. C’è chi giura di riuscire a camminarci e di non avere complicazioni (“solo una puzza di fritto allo scarico”), ma, dando per scontata la veridicità  delle dichiarazioni, è meglio che non dorma sugli allori...

Ricapitolando:
- Olio di colza = olio vegetale;
- Biodiesel = combustibile ottenuto chimicamente;
- Miscela casalinga di olio di semi e metanolo = inutile intruglio.
Non dimentichiamocelo!

Poi... se qualcuno continua ad essere abbagliato dalla lucentezza di quei 65 cent. al litro, noncurante delle argomentazioni tecniche, è bene che rammenti che: utilizzando come carburante un combustibile su cui non gravano impostre, si commette anche il reato di evasione fiscale.

In sostanza... ne vale la pena? Visti i possibili rischi, oggettivamente no. Ci conviene accettare l’aumento del prezzo del gasolio come un’implicazione della recente “dieselizzazione di massa”. E se proprio ci è difficile digerire tutto questo, meglio pensare a carburanti alternativi “seri”, collaudati e decisamente meno improvvisati: GPL e metano son li che ci aspettano...

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Messaggioda Bigrex » lun 4 apr 2005, 20:16

L'avevo già  letto!
Era postato poco più indietro mi pare...
ma continuo nel dire che per quanto possa accettare queste "spiegazioni tecniche" è mai possibile che nessuno si lamenti dei danni provocati dall'olio vegetale??

In spiegazioni come questa e mooooolte altre si fa riferimento (forse per intimidire) a "SALATE SOSTE IN OFFICINA" per riparazioni ecc...
Vorrei solo che qlcn di questi "scottati" dicessero la loro!
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Messaggioda Sympler » lun 4 apr 2005, 21:49

A questo proposito sarei tentato di aprire un nuovo post per chi vuole far sapere al mondo che la colza gli ha rovinato il motore :lol:

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Messaggioda Bigrex » mar 5 apr 2005, 7:33

Non sarebbe male come cosa...ma penso che non sarebbe molto visitato..

Sarebbe invece utile fare un sondaggio dove scrivere se si è soddisfatti dell'uso di Colza in qualsiasi percentuale o no..ovviamente dovranno intervenire solo i coraggiosi che l'hanno provata...

Che ne pensate?
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Messaggioda Sympler » mar 5 apr 2005, 19:27

La proposta di aprire un sondaggio del genere non è da escludere affatto.
Primo perchè dagli sbagli si può imparare tantissimo e secondo perchè voglio vedere quanti ce ne sono.

Per ora anch'io non sono del tutto convinto, perchè finchè non vedrò non crederò. A giorni cmq lo farò anch'io, l'unico problema è che userò olio di semi vari e non di colza, visto che non è poi così diffuso.

Non so chi di voi sta seguendo il 3d sul forum WV del sito di quattroruote (che è partito il 22/12 scorso e sta ancora continuando) sull'olio di colza; maggiolone 77, che ha iniziato il suddetto 3d, mi convince abbastanza. Certo, potrebbe essere un qualsiasi burlone che racconta un sacco di frottole, ma nessuno ne ha la certezza.

Adesso tutti chiedono in giro se la loro macchina può funzionare con l'olio (anche se miscelato), io ho letto gente che lo sta testando sulla sua Ibiza TDI e finora non ho letto di ibiziani scottati da un guasto. Ho letto inoltre che la pompa di iniezione della Bosch non teme la viscosità  dell'olio come altre pompe, molto più delicate.

Da questi presupposti credo proprio che sarò anch'io uno di quelli che "sperimenteranno" l'olio vegetale, naturalmente monitorando costantemente il comportamento del motore e lo stato della pompa e dei filtri gasolio.

Lo faccio io che sono tutto fuori che uno smanettone di motori... :P

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Messaggioda Bigrex » mar 5 apr 2005, 21:49

xkè non olio di colza??
Ho letto che altri oli non rendono come la colza e puzzano di più..
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Messaggioda Sympler » mar 5 apr 2005, 22:57

Questo ho letto anch'io ma nn ho avuto per ora riscontro pratico.
Ho letto anche che come proprietà  in generale l'olio di colza è preferibile (oltre che al costo inferiore).

La pecca maggiore dell'olio di colza è la reperibilità : a parte il LIDL e grossisti in genere io non ho trovato nessuno che lo venda (chissà  come mai poi visto che il mercato sarebbe in espansione :D )

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