In tutta questa faccenda c’è di vero (e lo avete capito in molti) che l’arresto momentaneo del traffico veicolare, che pur rimane una delle principali fonti di emissione del PM (anche a frazioni inferiori al 10), non risolve il problema.
Questo perché sono sufficienti i pochi mezzi rimasti in circolazione (il traffico non verrà mai azzerato del tutto) per risollevare le particelle depositate al suolo, ma non basta.
Non ci crederete, ma nei piccoli centri, con possibilità diffusive poco controllabili anche verso aree urbane maggiori, una delle maggiori fonti di produzione del PM deriva dalla combustione delle biomasse (la legna nei caminetti, per capirci); questo fenomeno investe anche le zone industriali tipiche della lavorazione del legno (Cantù, il pesarese ecc.).
Qui dal profondo Sud dal quale vi scrivo, c'è un'altra sorgente importante in termini di contributo nautrale al PM, il c.d.Saharan dust, fenomeno delle sabbie sahariane che arrivano a precipitare con le piogge favorite dai venti di scirocco, e che a volte lambiscono anceh le regioni del Centro, fenomeno ovviamente del tutto incontrollabile.
Condivido l'obiezione sulla vetustà della gran parte del parco circolante, riferito ai mezzi pubblici, ma un bus bello carico di 45-50 persone, significa spesso almeno un pari numero di auto in meno in circolazione (fate salve le Iby, of course)
