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Austin, Pagelle - “Non è un paese per vecchi”: la F1 torna alla ribalta nel continente americano

Mon, 11/19/2012 - 16:04
Data:  Lun, 19/11/2012 Anteprima:  Abstract:  Le pagelle del Gran Premio degli Stati Uniti, a cura di Davide Cantire. Descrizione: 

Il ritorno della Formula 1 nel nuovo continente era una sfida tutt’altro che semplice, vista la brusca interruzione del 2007 con un impianto, quello di Indianapolis, palesemente composto da tribune pressoché deserte e con alle spalle l’imbarazzante episodio dell’edizione 2005 in cui, lo ricorderete, le vetture gommate Michelin furono costrette al forfait lasciando in pista le poche vetture Bridgestone presenti.

Il pubblico americano, che da sempre ci ha abituato a una profonda passione per il motorsport, non l’aveva mandata giù e l’affronto della FIA costò caro agli investitori dello Speedway, che solamente due anni più tardi si videro costretti a chiudere i battenti con un atteggiamento che lasciava presagire un addio piuttosto lungo degli Stati Uniti alla classe regina dell’automobilismo sportivo.

La notizia del ritorno degli States nel calendario iridato aveva quindi suscitato le perplessità di non pochi addetti ai lavori, considerando gli episodi di cui sopra, e l’annuncio iniziale di molte più gare nel nuovo continente (Austin, New Jersey, New York e addirittura Los Angeles) avrebbe portato chiunque a definire pazza un’idea simile, se non folle per gli interessi di uno sport che ultimamente stenta a trovare dal pubblico una risposta adeguata alla passione che trasmette (vedi le tribune semivuote di Cina, Corea e India); invece, in barba ai peggiori pronostici del caso, ci rendiamo conto di dover ancora una volta inchinarci al fiuto (non ancora del tutto sopito) di sua maestà Bernie Ecclestone.

Il padre padrone del Circus ha compiuto quello che non faremmo fatica a definire “miracolo manageriale”, considerando tutti i fattori che rendevano apparentemente inviso il mondo di una F1 prettamente e tradizionalmente europea alla stragrande maggioranza degli americani, da aggiungere inoltre la non favorevole concomitanza del capitolo finale del Mondiale NASCAR, uno degli avvenimenti più seguiti in assoluto oltreoceano.

Missione compiuta quindi: tribune strapiene e biglietti venduti in più di 40 paesi in tutto il mondo per un totale di circa 120.000 tagliandi andati sorprendentemente esauriti per la prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti (che potremmo quasi definire Gran Premio del Texas, visto che lo Stato più “selvaggio” della confederazione ci ha spesso abituato a una sua totale autonomia se pur inserita perfettamente in un contesto nazionale).

Quello che ha colpito ulteriormente gli appassionati presenti, e anche chi osservava solamente attraverso lo schermo televisivo, è stato invece il calore del pubblico riservato per l’evento, condito in maniera folkloristica anche (per la prima volta) da uno spazio tutto riservato al parcheggio dei caratteristici camper; una mossa vincente di quelle che fanno presagire un ottimo ulteriore sviluppo (sulla carta) delle altre possibile mete americane. Si sa però che l’ambiente anomalo di uno stato come il Texas potrebbe andare a cozzare con quelli più metropolitani (quindi più caotici e disinteressati) di New York o New Jersey, ma le previsioni sono fatte per essere eluse e ribaltate, proprio come dimostrato dalla città di Austin che si è dichiarata pronta ad entrare nel panorama storico della Formula 1 (merito, va aggiunto, anche di un circuito finalmente all’altezza delle aspettative).

Chi sale

Lewis Hamilton (voto: 10) – Persa la pole position per appena un decimo, l’inglese della McLaren è uno dei pochi a non accusare troppo il fatto di partire dal lato sporco (pur chiedendo, un po’ arrogantemente, alla direzione di provvedere a pulire il tratto), infatti cede un po’ di spazio per la manovra di Webber di cui si sbarazzerà in poco tempo per concentrarsi sulla rincorsa al leader Sebastian Vettel. La lotta, senza risultato nel primo stint, si anima nel secondo quando appare pressoché evidente la superiorità della McLaren in termini di velocità di punta, ma non ancora imbattibile nel tratto misto; la scrupolosità di Hamilton unita a un pizzico di fortuna (quel Karthikeyan così bistrattato) gli consentirà il sorpasso decisivo e la volata verso quella che potrebbe essere il suo congedo definitivo dalla sua casa, la McLaren.

Sebastian Vettel (voto: 9) – Dominatore incontrastato durante l’arco di tutto il week-end crolla, come spesso è accaduto quest’anno, quando la situazione comincia a diventare instabile grazie alla cavalcata di Hamilton alle sue spalle; quasi a sostenere le parole critiche di Jacques Villeneuve qualche giorno fa, il tedesco cede alla pressione e si lascia distrarre dal doppiaggio di una HRT, fatale poi nel riavvicinamento in zona DRS della McLaren alle spalle che non perderà occasione di sopravanzarlo. Patetiche, ancora una volta, le lamentele a caldo verso il mite Karthikeyan.  

Felipe Massa (voto: 8) – Nell’arco di tutto il week-end è stato lui la vera prima guida del team di Maranello: fin dalle qualifiche era evidente a tutti che le curve del nuovo tracciato americano si addicevano più al suo stile di guida che non a quelle del blasonato team-mate; il brasiliano arriva a registrare tempi che Fernando Alonso non scalfisce nemmeno di striscio. Nel pre-gara accetta sportivamente il gioco strategico impostogli dalla scuderia per consentire al team-mate in lotta per il titolo non solo di partire una posizione avanti ma anche di approfittare del lato gommato del tracciato; cosa che farà bene anche lui stesso, guadagnando subito posizioni su posizioni al via per poi adagiarsi in quarta posizione dopo una splendida rimonta e mandando chiari segnali di superiorità (attraverso il cronometro) ad Alonso.

Fernando Alonso (voto: 6,5) – Un week-end parecchio sottotono da parte dello spagnolo, sempre alla disperata ricerca del miracolo che gli consenta di guadagnare qualcosa sul rivale Vettel ma quel miracolo non arriva da una Ferrari dal comportamento imbarazzante nel gestire le mescole (uguali per tutti, come ribadisce lo stesso Alonso) portate dalla Pirelli qui a Austin; impiegare più di sei giri (con le Prime anche più di otto) per mandarle in temperature sono un’infinità pazzesca che si traduce nell’altrettanto imbarazzante ritardo di più di mezzo minuto da primi due classificati. La lucidità alla partenza (unità a un gioco di squadra studiato bene dai suoi) lo salva e lo mette nella condizione di potersela ancora giocare tra sette giorni in Brasile.

Jenson Button (voto: 6,5) – Con una McLaren che possedeva un gran potenziale è protagonista di una qualifica disastrosa che lo relega al di fuori della top 10 mentre il suo team-mate lotta per la pole position; in gara fortunatamente sceglie la strategia migliore per le sue corde, ovvero quell’accortezza conservativa verso le gomme che gli consentirà di risalire fino al quinto posto in classifica. Il risultato servirà a fargli mordere le mani, dato che se fosse partito più avanti ci sarebbero stati tutti gli ingredienti per una sgargiante doppietta.

Chi scende

Paul di Resta (voto: 5) – Il driver scozzese, garanzia di punti e risultati nel 2011, è ancora invischiato in una depressione totale dalla seconda parte di questo 2012 ad ora, dove viene costantemente battuto da Nico Hulkenberg (voto: 6,5); una qualifica anonima seguita da una gara altrettanto anonima che non gli permette di raggiungere i tempi del suo team-mate là davanti ma nemmeno di andare oltre un inutile 15esimo posto.

Mercedes (voto: 2) – Fuori dalla zona punti da ormai 5 Gran Premi consecutivi la casa tedesca è immersa fino alla gola nel suo periodo più nero ed evidentemente spera soltanto nella rifondazione che vedrà la sua nascita al termine di questa stagione, con la figura di Niki Lauda elevata a salvatore e le doti di Lewis Hamilton a ridare credibilità a un team che viene costantemente battuto da Toro Rosso, Sauber, Williams e Force India. Michael Schumacher (voto: 6) prova a mettere tutto quello che possiede per salvare una vettura in caduta libera e ci riesce almeno nelle qualifiche del sabato mentre Nico Rosberg (voto: 5) appare rassegnato.

Complimenti infine alla Red Bull che ha vinto il suo terzo campionato Costruttori consecutivo della sua storia; una storia della durata di appena otto anni, quando il magnate Dietrich Mateschitz ha pensato bene di affidare tutto il comparto tecnico e manageriale a due persone di indubbio talento: Adrian Newey e Chris Horner.

Il primo si gode il suo netto dominio nel campo della progettazione e lo strapotere aerodinamico deriva direttamente dall’ingegno che nel corso di questi ultimi anni ha dettato le regole del gioco; il secondo è riuscito per l’ennesima volta a gestire un team ormai divenuto importante nell’arco di una stagione iniziata in maniera non brillante e a portarlo ancora una volta al successo grazie all’intesa Vettel-Webber ormai consolidatasi.

Davide Cantire

Slideshow:  Si

Brad Keselowski: “Sapete che c’è? Il meglio deve ancora venire”

Mon, 11/19/2012 - 15:17

Il titolo conquistato da Brad Keselowski è arrivato al termine di un'annata di quelle memorabili, in cui il pilota della Dodge Charger #2 del Penske Racing ha stupito l'ambiente della Sprint Cup Series dimostrando di poter lottare per la vittoria su qualsiasi tracciato,  sfruttando un mix eccezionale di velocità, strategia e flessibilità che gli ha permesso di stravincere in appena 125 gare nella serie, un dato che rivaleggia con le 93 gare occorse a Jeff Gordon per agguantare il primo dei suoi quattro allori.

Il 28enne del Penske Racing era decisamente al settimo cielo nel dopo-gara di Homestead, ma ha comunque tenuto a sottolineare il lavoro di squadra che ha condotto al trionfo di questa stagione ricca di soddisfazioni:

“E' bellissimo. Davvero bello. Non posso credere a tutto quello che è successo negli ultimi tre anni. In questi tre anni io e Paul siamo a 2 campionati vinti su 3. Decisamente una bella media” ha detto. “E sapete che c'è? Il bello deve ancora venire. Davvero.”

“Credo che con Roger (Penske) e Paul (Wolfe) possiamo raggiungere qualsiasi obiettivo ci poniamo. Mi sento davvero fortunato ad essere qui in questo momento della mia vita e ad avere queste persone intorno a me, perché noi siamo il prodotto di chi ci circonda e io sono circondato dai migliori.”

Keselowski si è anche dimostrato realista, e ha ammesso che Johnson avrebbe potuto far saltare il banco, sottolineando però come la sua quindicesima posizione finale fosse sufficiente a conquistare il campionato anche in caso di vittoria di del rivale:

“Sono contentissimo di essere risalito fino al quindicesimo posto, così non dovrò sentire per tutta la vita che se la #48 non avesse avuto quei problemi avrebbe vinto il titolo.”

“ (Johnson) è il migliore. Ha dimostrato che oggi avrebbe vinto questa maledetta gara e ne sono consapevole. Non eravamo veloci come avremmo voluto e sono il primo ad ammetterlo, ma i miei ragazzi non si sono mai arresi, abbiamo continuato lavorare e alla fine siamo stati capaci di guadagnare abbastanza posizioni da da far sì che fosse irrilevante una sua eventuale vittoria, cosa che mi fa sentire molto meglio. I miei ragazzi hanno fatto un grandissimo ragionevole tutto l'anno e sono fortunato ad averli con me”.

Un particolare confermato anche dal Paul Wolfe, il crew chief della Dode Charger #2:

“Sì, è divertente. Pensiamo allo stesso modo” ha detto. Ã¢â‚¬Å“Quando abbiamo fatto la nostra sosta  e Brad ci ha chiesto in che posizione si trovava, l'ho riferito ai miei ingegneri dicendo loro che sicuramente voleva finire almeno quindicesimo per non dover contare sui guai della #48. Ce lo ha comunicato qualche giro dopo e questo dimostra quanto sia importante per lui questo titolo” 

Roger Penske, arrivato al primo titolo in NASCAR dopo 24 anni di tentativi, ha voluto evidenziare il ruolo di primo piano svolto dal crew-chief Paul Wolfe, che in appena tre anni ha guidato un team giovane e votato a dare il tutto per tutto, in particolar modo per quanto riguarda le strategie di gara:

“Quando Jimmie ha perso quel dado, mi sono detto che qualcuno ci aveva dato quattro assi in questa mano e che quindi l'unica cosa che avremmo dovuto fare era assicurarci di non lasciarli cadere.” ha detto Penkse Ã¢â‚¬Å“Voglio ringraziare Paul per il grandissimo lavoro che ha fatto nel costruire questo team.”

Tornando a Keselowski, il ragazzo ha dimostrato per tutto l'arco della stagione di non avere peli sulla lingua e di poter essere un ottimo ambasciatore per la NASCAR, soprattutto nei confronti di una fascia di pubblico più giovane rispetto a quella tradizionalmente legata alle gare per stock-cars, e anche in conferenza stampa non ha rinunciato a scherzare sul ruolo di testimonial che la vittoria della Sprint Cup comporta:

“Incontrerò molta gente interessante. Ho sempre voluto mettermi con una celebrità. La butto lì. Sarebbe magnifico, non trovate? Posso sceglierne una? Ops, forse non avrei dovuto dirlo!”

Cosa aspettarsi allora da Brad Keselowski a partire dalla prossima stagione, in cui dovrà confermarsi al volante di una Ford?

“Aspettatevi l'inaspettato! Potete aspettarvi che questa squadra torni il prossimo anno per provare a migliorare ancora e alzare l'asticella.” ha detto Brad. Ã¢â‚¬Å“So che è questo che posso aspettarmi dal team è sarò lì con loro per riuscirci”.

Stay Tuned!

Gian Luca Guiglia

 

Daimler diventa unico azionista del team Mercedes

Mon, 11/19/2012 - 13:27

La casa automobilistica tedesca Daimler AG ha rilevato il 40% delle azioni cedute dal fondo Aabar ed è diventata possessore totale del team Mercedes F1.

Aabar era subentrato alla corte di Ross Brawn a seguito della trionfale stagione 2009.

Antonio Felix da Costa reputa quello di Macao “il successo più importante della mia carriera”

Mon, 11/19/2012 - 13:13

Antonio Felix da Costa è al settimo cielo dopo la vittoria ottenuta nella 59esima edizione del GP di Macao.

La punta di diamante del Red Bull Junior Team, dopo aver vinto la gara di qualificazione andata in scena sabato, ha dominato anche la Main Race.

Il successo di Macao è il coronamento di una stagione che ha visto Felix da Costa già ai vertici di entrambi i campionati a cui ha partecipato: terzo in GP3 e quarto in F.Renault 3.5 dopo aver saltato i primi tre rounds.

“E' stata senz'altro la mia vittoria più bella” ha detto il portacolori della Carlin. “Ho guidato al limite dal primo all'ultimo giro; questo è anche il primo successo di un pilota Red Bull a Macao”.

“Sono orgoglioso di questo grande risultato in una gara così importante. E' stato un week-end perfetto che ricorderò per moltissimo tempo”.

Anche Trevor Carlin, boss dell'omonimo team, si è detto impressionato dai risultati del portoghese.

“Ha compiuto una gara e un week-end perfetto; l'unico errore l'ha compiuto al via anche se è riuscito rapidamente a recuperare. Ha dimostrato di meritare le attenzioni del mondo dei motori”.

Andrea Giustini

InsideStats: Ecco come Alonso può diventare campione del mondo in Brasile

Mon, 11/19/2012 - 11:51

Stando ai calcoli matematici, c’è il 25% di possibilità che domenica prossima Fernando Alonso si laurei campione del mondo per la terza volta nella sua carriera, dopo i titoli iridati del 2005 e 2006, quando correva su Renault. L’impresa del ferrarista è difficile, ma non ancora impossibile, per la matematica e per la grinta che lo spagnolo della Ferrari ha sempre saputo scaricare sull’asfalto di gara. Sono 13 i punti di ritardo che Nando accusa dal leader della classifica e suo unico rivale al titolo: Sebastian Vettel.

Tralasciando per un attimo l’aritmetica, potremmo dire che l’impresa è disperata, perché la Red Bull ha dimostrato, soprattutto dalla pausa estiva in avanti, di essere in assoluto la macchina migliore, quasi imbattibile in qualifica e con un carico aerodinamico che le permette di essere sempre bilanciata e veloce nelle curve lente come in quelle veloci, in tutti i circuiti tecnici e in quelli cittadini. Sebastian Vettel, dal canto suo, ha messo in evidenza tutte le sue qualità di grande pilota che ha sempre saputo portare al limite una vettura quasi perfetta, recuperando i punti di svantaggio da Alonso e in poco tempo scavalcandolo e innalzarsi al ruolo di assoluto favorito.

Ma c’è un però: questa macchina in apparenza inattaccabile, ha mostrato delle crepe, soprattutto dal punto di vista dell’affidabilità. Lo stesso Vettel è stato tradito più volte dai guai fisici. L’ultima gara in Texas, invece, ha punito Webber, ritiratosi per guai all’alternatore. Insomma, la speranza (non del tutto sportiva) include anche questa possibilità, anche perché la Ferrari, sotto questo aspetto, si è sempre destreggiata alla grande. Inoltre, Alonso potrebbe ‘disporre’ di un alleato inatteso: Lewis Hamilton. La sua McLaren, in Texas, ha dimostrato di essere tornata competitiva in questo finale di stagione, portando via punti a Vettel e tenendo acceso il lumicino della Rossa. Che in Brasile l’inglese possa rivelarsi un aiutante incredibilmente utile?

Come abbiamo visto, le speranze non mancano. Mantenendoci però a livello statistico, andiamo a vedere quali sono le reali possibilità che Alonso festeggi il suo primo (e meritato) mondiale in Ferrari: come detto, i punti di svantaggio da Vettel sono 13. Calcolando che i punti assegnati sono questi: al vincitore sono 25, al secondo 18, al terzo 15, al quarto 12, al quinto 10, al sesto 8, al settimo 6, all’ottavo 4, al nono 2 e al decimo 1, Fernando vincerebbe in mondiale se:

- Vince e Vettel chiude 5° o peggio

- Arriva 2° e Vettel finisce 8° o peggio

- Arriva 3° e Vettel arriva 10° o peggio

Insomma, a Vettel basta arrivare quarto in ogni caso. Visti i valori in gioco, la gara di Interlagos avrà il sapore della ‘Mission Impossible‘. Ma non è finita.

Marco Macca - MondoPallone.it

Austin, Day 3 – Button: “Quinto posto era il massimo possibile, mi sono divertito nella rimonta”

Mon, 11/19/2012 - 10:33

Jenson Button ha detto di essersi divertito nei duelli in cui è stato protagonista durante il Gran Premio degli Stati Uniti. Il britannico della McLaren, nonostante una brutta partenza dal lato sporco dello schieramento, è riuscito a chiudere al quinto posto nel giorno del successo del compagno Lewis Hamilton.

“Partire dal lato sporco della pista è stata molto dura, tanto che ero finito 15esimo entro la fine del primo giro” ha ammesso. “Perciò il quinto posto era probabilmente il miglior risultato che avrei potuto ottenere dopo aver affrontato un sacco di duelli divertenti; infatti son riuscito ad evitare incidenti e a compiere sorpassi molti puliti”.

“Ovviamente il quinto posto non era il risultato che avrei voluto ma la vettura si è comportata davvero bene e, con una posizione in griglia migliore, avrei potuto lottare per la vittoria. Ma faccio i complimenti a Lewis e all'intero team McLaren”.

Button ha elogiato anche il pubblico statunitense, accorso in massa domenica sul Circuit of the Americas.

“E' stato bello correre davanti a tanti tifosi americani, che si sono divertiti” ha spiegato. “Sapevamo prima di arrivare qui che dovevamo metter su un bello spettacolo e penso che lo abbiamo fatto regalando sorpassi e suspense fino all'ultimo giro. Spero davvero che gli Stati Uniti possano riabbracciare finalmente la Formula 1”.

Austin, Day 3 – Domenicali non getta la spugna: “In Brasile tutto è possibile”. Sul caso Massa dichiara: “Ho fatto la scelta giusta per il bene della squadra”

Mon, 11/19/2012 - 10:11

Dopo il Gran Premio degli Stati Uniti in cui Sebastian Vettel ha guadagnato altri tre punti su Fernando Alonso portandosi a un vantaggio di 13 lunghezze, il team principal della Ferrari Stefano Domenicali non alza bandiera bianca e ritiene che tutto sarà possibile in Brasile questo fine settimana.

“Per come si erano messe le cose sabato pomeriggio dopo le qualifiche questo risultato va considerato positivo” dichiara Domenicali. “Certo, abbiamo perso qualche punto con Fernando rispetto al leader del campionato ma l’importante era limitare i danni e arrivare ad avere la possibilità di giocarci tutto all’ultima gara e così è stato”.

“Adesso andiamo in Brasile con la consapevolezza che tutto è ancora possibile. Ci arriveremo a posizioni completamente invertite rispetto a quelle in cui arrivammo ad Abu Dhabi due anni or sono. Quando si lotta per il titolo all’ultima corsa si raggiunge già un traguardo importante: alla Ferrari accade con regolarità – solo tre volte è stata fatta eccezione – dal 1997 in avanti e nessuno può vantare una simile regolarità ai vertici della Formula”.

In riferimento alla sostituzione del cambio e alla penalità di cinque posizioni in griglia per Felipe Massa, Domenicali conferma di aver agito al fine di agevolare il compito in partenza di Fernando Alonso che altrimenti sarebbe scattato dal lato sporco della griglia.

“Ho preso questa decisione perché era nello spirito dei regolamenti” spiega. “Preferisco essere totalmente trasparente, visto che si possono dire tante cose in questo caso e invece siamo stati corretti. Questo è il nostro e il mio stile”.

“Sapevamo che la differenza del livello di aderenza sui due lati fosse molto alta ed eravamo a conoscenza anche dell'importanza della posta in palio, quindi non potevamo farci trovare impreparati e perdere ogni chance di allungare la sfida iridata in Brasile già in partenza”.

“A posteriori penso che fosse la cosa giusta da fare. Quando si lavora per la Ferrari è la squadra al centro delle decisioni e i piloti le rispettano. Ringrazio Felipe, che penso abbia capito questa scelta”.

InsideOne – Speciale Austin: Hamilton e Vettel i cowboy del Texas, Alonso tiene aperta la partita ma in Brasile sarà durissima

Mon, 11/19/2012 - 09:30
Data:  Lun, 19/11/2012 Anteprima:  Abstract:  Il Texas incorona i suoi cowboy migliori, ovvero Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, che dopo la sfida per la pole di sabato hanno dato vita ieri a un duello ancor più emozionante Descrizione: 

Il Texas incorona i suoi cowboy migliori, ovvero Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, che dopo la sfida per la pole di sabato hanno dato vita ieri a un duello ancor più emozionante, e questa volta a spuntarla è stato proprio l’inglese della McLaren.

Mentre infatti Vettel si avviava a una partenza “tranquilla”, Hamilton si è subito dato da fare per sbarazzarsi di Webber, che allo start lo aveva sopravanzato grazie al lato pulito della pista. Una volta passato l’australiano, l’inglese si è messo alla caccia del tedesco, sforzando però troppo le gomme: Sebastian sapeva che l’unico punto dove Lewis avrebbe potuto passarlo era sul lungo rettilineo, dove si poteva attivare il DRS, ed entrando bene sul dritto, con l’ottima trazione della Red Bull era riuscito a contenere Hamilton per tutto il primo stint di gara.

La strategia stava funzionando anche nel secondo stint, e i due giravano praticamente alla pari, tuttavia Vettel è poi incappato in un doppiato, Karthikeyan, nel primo settore, che gli ha fatto perdere parecchio tempo, e soprattutto gli ha impedito di mantenere un certo vantaggio all’entrata del lungo rettilineo: Hamilton è riuscito ad avvicinarsi e una volta sotto la Red Bull, aprendo il DRS il sorpasso è stato quasi una formalità. Il duello non si è però concluso, perché Sebastian ha continuato a mettere pressione a Lewis, nonostante potesse accontentarsi di un secondo posto, nonostante il compagno si fosse ritirato per l’ennesimo preoccupante problema all’alternatore.

Il distacco finale di soli sei decimi al traguardo, e i quaranta secondi rifilati al terzo classificato, testimoniano il dominio assoluto dei primi due, che oggi hanno praticato un altro sport rispetto al resto della compagnia. Hamilton, senza l’intralcio di Karthikeyan, avrebbe avuto qualche difficoltà in più a passare Vettel, tuttavia la sua vittoria è meritatissima, ed è il modo migliore per chiudere l’esperienza con la McLaren. Più amaro invece il secondo posto di Vettel, che pensava di poter chiudere la partita mondiale, o quantomeno di metterci su una bella ipoteca, già qui ad Austin, e che invece vede sfuggirsi di mano una vittoria che alla vigilia sembrava quasi scontata: il bilancio totale è comunque positivo, dal momento che il vantaggio su Alonso è aumentato, tuttavia rimane la sensazione, come ad Abu Dhabi, di un’altra occasione non sfruttata fino in fondo.

Capitolo Ferrari: iniziamo dalla scelta, triste nonché abbastanza vergognosa, di arretrare Massa (con la scusa del cambio) giusto per far scattare Alonso una posizione più avanti e sul lato pulito; per carità, in un mondiale così tirato ci sta di massimizzare ogni occasione, e tale scelta non ha nulla di antisportivo o “immorale”, ma è semplicemente triste che una squadra come la Ferrari debba abbassarsi a questi mezzucci per guadagnare una posizione pressoché inutile, dal momento che comunque Massa avrebbe dato strada ad Alonso in gara. Per altro, anche ieri Fernando è apparso piuttosto sottotono, mentre Felipe ha corso alla grande, recuperando bene dall’undicesima posizione da cui era stato costretto a partire. Alonso ha sfoderato come al solito una partenza a razzo, passando in un colpo solo Raikkonen, Hulkenberg e Schumacher, poi ha sfruttato il ritiro di Webber per salire al terzo posto; dopodiché, è passato in modalità tassista, consapevole e probabilmente sconfortato dal fatto che contro i due mostri davanti non ci fosse nulla da fare. Chi s’è dato da fare è stato invece Massa, che ha recuperato alla grande, sfoderando tanti sorpassi come non se ne vedevano da tempo (bellissimo quello su Raikkonen).

Per il resto, ottime gare di Raikkonen e Button, che con strategie diverse hanno puntato sulla gestione delle gomme, compiendo entrambi dei bellissimi sorpassi (come quello di Kimi ai danni di Hulkenberg, all’esterno dopo la prima curva). C’è da dire che la pista ha contribuito a far venire fuori una gara molto emozionante, sia per il duello tiratissimo di Hamilton e Vettel, sia per i numerosi sorpassi che si sono visti, agevolati dalla larghezza della sede stradale che ha permesso ai piloti di scegliere traiettorie diverse, potendosi quindi attaccare e difendere in vari punti. Unica nota negativa del Gran Premio, e lo abbiamo già detto sabato, la scelta delle gomme dure, che anche ieri hanno dato parecchi problemi ai piloti, impegnati in molti giri prima di riuscire a scaldarle e portarle in temperatura; ora che si conosce il tracciato, è auspicabile che per l’anno prossimo il fornitore opti per una scelta un pochino più aggressiva.

Per quanto riguarda il titolo piloti (il costruttori se l’è assicurato la Red Bull ieri), il discorso è molto semplice: Vettel ha ora tredici punti di vantaggio su Alonso, il che significa che gli basta fare dodici punti (ovvero un quarto posto) a Interlagos per portarsi a casa il terzo Campionato del Mondo. In pratica Alonso, se vuole spuntarla, deve per forza arrivare sul podio: con una vittoria, Vettel non dovrebbe fare meglio che quinto, mentre con un secondo o un terzo posto Sebastian non deve andare oltre un ottavo o un decimo posto; se Alonso finisce fuori dal podio, Vettel sarebbe comunque Campione. È chiaro che la situazione, in condizioni di normalità, è durissima, dal momento che pensare che Vettel possa fare peggio di un quarto posto è praticamente irrealistico. Le possibilità più concrete che Alonso ha di vincere il mondiale dipendono sostanzialmente da due fattori, ovvero l’affidabilità e il meteo. Abbiamo visto ieri che la Red Bull continua ad essere una vettura non affidabile al 100%: questa volta, per l’ennesima volta, è stato l’alternatore a lasciare a piedi Webber, e Horner e soci devono ringraziare che la malasorte abbia colpito la RB8 “giusta”, ovvero non quella di Vettel, però un guasto tecnico è sempre dietro l’angolo e un ritiro in Brasile, per il tedesco, potrebbe essere fatale. L’altra mano, per Alonso, potrebbe arrivare dal meteo, che a San Paolo è sempre un po’ capriccioso: in una situazione in cui chi ha tutto da perdere è Vettel, è chiaro che uno scroscio d’acqua o un temporale potrebbero favorire la Ferrari di Alonso, che per altro sul bagnato è sempre andata molto bene.

Alonso deve quindi sperare in qualche inconveniente per Vettel, che con una gara “normale” potrebbe pure limitarsi a correre in difesa (anche se siamo sicuri che non sarà così, vista la tenacia dimostrata oggi): sarà in ogni caso un finale di stagione infuocato e chiunque vincerà sarà degno Campione di una delle stagioni più belle degli ultimi anni.

Appuntamento per il Brasile tra sette giorni.

Francesco Saverio Dambrosio

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Austin, Day 3 - Horner festeggia il tris iridato Red Bull: “Un sogno che diventa realtà”

Mon, 11/19/2012 - 09:22

Christian Horner definisce il terzo titolo consecutivo della Red Bull nel costruttori, arrivato grazie al secondo posto di Sebastian Vettel nel Gran Premio di Austin, un sogno che diventa realtà ma chiede attenzione alla squadra in vista del week-end finale di Interlagos dove si deciderà il campionato piloti.

“Abbiamo chiuso un campionato e l'aver vinto il terzo titolo costruttori consecutivo era soltanto un sogno qualche anno fa” ha detto il team principal della Red Bull. “E' davvero notevole quello che siamo riusciti a fare nel 2010, 2011 e 2012 in solo otto stagioni di Formula 1”.

“E' la testimonianza delle lunghe ore di lavoro, dedizione e di quella determinazione che regna all'interno della squadra; grazie a tutto questo siamo riusciti a raggiungere quest'obiettivo e ogni membro del team deve andarne orgoglioso”.

“Ma siamo ancora a metà dell'opera, ora la testa va in Brasile dove Seb dovrà gestire 13 punti di vantaggio e tutto sarà ancora da giocare”.

Sull'esito del Gran Premio di Austin, Horner ha confermato le parole di Vettel riguardo l'influenza del doppiaggio di Narain Karthikeyan sul duello vinto da Lewis Hamilton.

“Seb ha fatto un lavoro fantastico per mantenere il gap da Lewis, che era più forte di noi nel primo settore a differenza degli altri due dove noi riuscivamo a guadagnare terreno. Sono convinto che se il doppiato non gli avesse fatto perdere tempo, Sebastian sarebbe riuscito a mantenere la leadership. Ma queste sono le corse e anche il secondo posto è un risultato fantastico”.

Sprint Cup - Homestead, Gara: Brad Keselowski è il nuovo campione della Sprint Cup Series, la Ford Ecoboost 400 va a Jeff Gordon

Mon, 11/19/2012 - 08:02

A Brad Keselowski è bastato il quindicesimo posto ottenuto nella Ford Ecoboost 400 per aggiudicarsi per la prima volta in carriera il titolo della NASCAR Sprint Cup Series dopo una gara in cui, per un attimo, Jimmie Johnson è sembrato in grado di ribaltare le sorti del campionato.

La corsa è andata a Jeff Gordon, che grazie a un'ottima strategia è riuscito a beffare un fortissimo Kyle Busch e a precedere sul traguardo Clint Bowyer, che la sorte ha voluto proprio alle spalle della Chevy #24 dopo i fatti della settimana scorsa. Per Gordon si tratta del secondo successo stagionale, il numero 87 su 689 gare disputate in carriera.

Il trionfo di Keselowski è ricco di statistiche interessanti: il 28enne di Rochester Hills è l'ottavo nella classifica dei piloti più giovani a vincere la Sprint Cup, ha conquistato il titolo alla terza stagione nella massima series, in appena 125 gare, il numero più basso da quando nel 1995 Gordon vinse il campionato dopo 93 gare. Keselowski è anche l'unico, insieme a Bobby Labonte, ad aver vinto sia la Nationwide Series che la Sprint Cup Series, e ha regalato a Roger Penske il primo titolo da quando il Penske Racing è entrato in NASCAR nel 1972. E' un successo storico anche per Dodge, che non vinceva un titolo piloti dal 1975 con Richard Petty, e lo fa proprio nell'anno dell'addio alla Sprint Cup.

La gara

Joey Logano, autore della pole position, è stato retrocesso in fondo allo schieramento di partenza per aver fatto ricordo alla vettura di scorta dopo un incidente in prova. A scattare davanti a tutti è stato quindi Brad Keselowski, che è stato però scavalcato all'esterno da Marcos Ambrose prima ancora che le vetture completassero il primo giro della Ford Ecoboost 400.

Keselowski è scivolato indietro di qualche posizione, mentre Jimmie Johnson, scattato dalla decima piazza, ha inizialmente faticato a risalire il gruppo, per poi prendere il ritmo e iniziare la sua rimonta.

Dopo una quindicina di giri, Kyle Busch si è rivelato uno dei pochi in grado di sfruttare la traiettoria interna e si è portato in testa, seguito da Carl Edwards. 

Al termine di una tornata di soste in verde, Johnson è riuscito a scavalcare Keselowski per la prima volta e i due hanno dato vita ad un bellissimo duello per la sesta piazza, scambiandosi le posizioni diverse volte, finché il pilota della Dodge #2 non ha lasciato passare il rivale, mettendosi in posizione per amministrare il vantaggio e lasciando per strada qualche decimo di secondo.

Edwards si è avvicinato parecchio a Busch sfruttando il traffico, ma poco prima dell'ottantesimo giro è arrivata la prima gialla della giornata, sventolata per detriti in pista. Keselowski ha perso 6 posizioni ai box per un piccolo errore della crew nel lavoro sul lato destro della vettura, dando qualche speranza a Johnson, che è ripartito in quinta posizione e ha mostrato molti miglioramenti sul passo e nel comportamento della vettura.

Martin Truex Jr. si è fatto più veloce di Busch e l'ha passato per la leadership al giro 117. La lotta tra i due si è fatta serratissima, con ripetuti sorpassi nelle fasi centrali di gara. Johnson è salito al quarto posto, mentre Keselowski s è ritrovato invischiato ai margini della top-10.

La seconda gialla della Ford Ecoboost 400 è arrivata nuovamente per detriti al giro 144, seguita poco dopo da un'altra neutralizzazione, l'ultima della giornata, per una rottura meccanica sulla Ford Fusion #6 di Ricky Stenhouse Jr. Le due gialle hanno segnato un importante punto a favore di Johnson, che ha effettuato un primo pit-stop cambiando due gomme — così come altri cinque piloti tra cui Matt Kenseth — e poi si è fermato nuovamente per sostituire ancora gli pneumatici dal lato destro della vettura e imbarcare benzina sufficiente a completare la gara con una sola sosta. Anche Jeff Gordon e Clint Bowyer hanno seguito una strategia analoga dal punto di vista del carburante, mentre Keselowski si è fatto sorprendere e si è ritrovato in ottava posizione, due posizioni più avanti rispetto al rivale, ma con la necessità di fare due pit-stop in caso di lungo run in verde. 

Johnson, molto contento della vettura, è ripartito decimo, ma ha subito saltato Keselowski, mentre davanti infuriava la lotta tra Kyle Busch e Kasey Kahne.

Busch è riuscito ad allungare, seguito a distanza da Kahne, Truex e un Johnson in ottima posizione per centrare la vittoria. I primi si sono dovuti fermare a poco più di sessanta giri dal termine e Keselowski, nel tentativo di allungare il suo stint il più possibile ha finito la benzina proprio in curva 4 mentre rientrava ai box e ha effettuato la sua sosta a 62 tornate dalla bandiera a scacchi, ritrovandosi all'uscita dai box con 7 punti di ritardo dal pilota della Chevy #48. Johnson ha potuto proseguire fino ai -55, ma in pit road è arrivato il disastro:  un meccanico ha serrato male un dado ruota, vanificando il vantaggio accumulato con una penalità che ha obbligato il team a una nuova sosta vanificando ogni speranza di rimonta. A 41 giri dalla fine è arrivato anche un problema meccanico al cambio, che ha messo del tutto KO Jimmie Johnson.

 A quel punto Keselowski ha pensato solo ad amministrare. Davanti a tutti, Truex e Busch erano di nuovo ai ferri corti, ma si sono dovuti fermare per un rabbocco di carburante ai -13 e così in testa è passato Jeff Gordon, che la sorte ha voluto proprio davanti a Clint Bowyer. Il pilota della Toyota #15 non è riuscito a colmare il divario che lo separava dal rivale e non ha potuto mettere a segno la vendetta ideale, ma ha tagliato il traguardo in seconda posizione, riuscendo a strappare anche la seconda posizione in classifica ai danni i Johnson. 

Ryan Newman si è piazzato al terzo posto, seguito da Kyle Busch — che ha percorso ben 191 giri in testa sui 267 previsti — e Greg Biffle. Martin Truex Jr., Aric Almirola, Kevin Harvick, Kurt Busch e Dale Earnhardt Jr. hanno chiuso la top-10.

Il passaggio sotto la bandiera a scacchi al 15esimo posto ha dato il via alla festa per Keselowski e il Penske Racing.

La classifica

Dopo 36 appuntamenti, la lunga cavalcata della NASCAR Sprint Cup Series vede Keselowski portare a casa il titolo con 39 punti di vantaggio su Clint Bowyer e 40 su Jimmie Johnson.

Stay Tuned!

Gian Luca Guiglia


Ordine d'arrivo della Ford Ecoboost 400 da nascar.com

                  FIN ST CAR DRIVER MAKE SPONSOR PTS/BNS LAPS STATUS 1 15 24 Jeff Gordon Chevrolet DuPont 20 Years 'Celebratory' 47/4 267 Running 2 6 15 Clint Bowyer Toyota 5-hour Energy 42/0 267 Running 3 19 39 Ryan Newman Chevrolet U.S. Army 42/1 267 Running 4 8 18 Kyle Busch Toyota M&M's 42/2 267 Running 5 13 16 Greg Biffle Ford 3M / SP Richards 39/0 267 Running 6 7 56 Martin Truex Jr. Toyota NAPA Auto Parts 39/1 267 Running 7 5 43 Aric Almirola Ford Smithfield 37/0 267 Running 8 23 29 Kevin Harvick Chevrolet Budweiser 36/0 267 Running 9 26 78 Kurt Busch Chevrolet Furniture Row 35/0 267 Running 10 16 88 Dale Earnhardt Jr. Chevrolet National Guard / Diet Mountain Dew 34/0 267 Running 11 18 27 Paul Menard Chevrolet Menards / Duracell 33/0 267 Running 12 4 99 Carl Edwards Ford Fastenal 32/0 267 Running 13 2 9 Marcos Ambrose Ford Black & Decker 32/1 267 Running 14 1 20 Joey Logano Toyota The Home Depo
t / redbeacon.com 30/0 267 Running 15 3 2 Brad Keselowski Dodge Miller Lite 29/0 267 Running 16 9 55 Mark Martin Toyota Aaron's Dream Machine 28/0 267 Running 17 35 14 Tony Stewart Chevrolet Office Depot / Mobil 1 27/0 267 Running 18 11 17 Matt Kenseth Ford Best Buy 27/1 267 Running 19 33 31 Jeff Burton Chevrolet Caterpillar 25/0 267 Running 20 14 1 Jamie McMurray Chevrolet Bass Pro Shops / Tracker Boats 24/0 267 Running 21 12 5 Kasey Kahne Chevrolet Farmers Insurance 24/1 267 Running 22 17 22 Sam Hornish Jr. Dodge Shell / Pennzoil 0 267 Running 23 20 21 Trevor Bayne Ford Motorcraft / Quick Lane Tire & Auto Center 0 267 Running 24 41 11 Denny Hamlin Toyota FedEx Express 20/0 267 Running 25 32 47 Bobby Labonte Toyota Clorox 19/0 265 Running 26 38 93 Travis Kvapil Toyota Burger King 18/0 265 Running 27 30 83 Landon Cassill Toyota Burger King 17/0 265 Running 28 21 42 Juan Montoya Chevrolet Target 16/0 264 Running 29 28 13 Casey Mears Ford GEICO 15/0 264 Running 30 24 51 Regan Smith Chevrolet Phoenix Construction 14/0 264 Running 31 34 34 David Ragan Ford CertainTeed / 31-W Insulation 13/0 263 Running 32 31 36 Dave Blaney Chevrolet Florida Lottery 12/0 263 Running 33 40 38 David Gilliland Ford Long John Silver's 11/0 262 Running 34 37 10 David Reutimann Chevrolet TMone.com 10/0 261 Running 35 39 37 J.J. Yeley Chevrolet C&C Audio Video & Appliance, Inc. 9/0 261 Running 36 10 48 Jimmie Johnson Chevrolet Lowe's 9/1 224 Rear Gear 37 42 32 Ken Schrader Ford Federated Auto Parts 7/0 219 Engine 38 22 30 David Stremme Toyota Swan Racing 6/0 183 Electrical 39 27 6 Ricky Stenhouse Jr. Ford Fifth Third Bank 0 157 Accident 40 36 26 Josh Wise * Ford MDS Transport 4/0 38 Vibration 41 25 98 Michael McDowell Ford Phil Parsons Racing 3/0 34 Overheating 42 43 23 Scott Riggs Chevrolet North Texas Pipe 2/0 23 Vibration 43 29 119 Mike Bliss Toyota Plinker Tactical 0 16 Electrical

Winton - Gara 2: Jamie Whincup si assicura il titolo nonostante un brivido, a Lowndes la vittoria di tappa

Mon, 11/19/2012 - 05:22

Jamie Whincup è il campione 2012 dell'International V8 Supercars Championship. L'esperto pilota del Team Vodafone, al suo quarto titolo nella popolare serie australiana, si è assicurato la matematica certezza del successo al termine della seconda corsa sul tracciato di Winton chiudendo così i giochi con un week-end di anticipo. La sua cavalcata però non è stata delle più semplici. Transitato in testa alla prima curva dopo aver conquistato la pole in mattinata, all'uscita della lenta e tortuosa curva 10 Whincup ha ceduto alla pressione di un vivace Davison che così ha ereditato la leadership provvisoria.

Al pit-stop però è accaduto l'impensabile. L'alfiere del Team Vodafone ha commesso un errore da principiante, accelerando bruscamente in uscita dalla corsia box quando le gomme non erano ancora in temperatura. La sua Holden Commodore è andata in testacoda creando una situazione di potenziale pericolo. I commissari sportivi lo hanno punito con un drive-through che lo ha fatto retrocedere in ventiduesima posizione. A quel punto sembrava riaffiorare una speranza per Winterbottom, l'unico rivale per la corsa al titolo, in quel momento secondo dietro alla Ford Falcon gemella di Davison.

Ma le speranze di Frosty non sono durate a lungo per due motivi. Innanzitutto ha dovuto fare i conti con un ottimo Craig Lowndes, rinvenuto in seconda posizione e poco dopo in prima quando Davison è stato costretto alla resa per una errata scelta degli pneumatici al secondo cambio-gomme. In secondo luogo si è registrata la portentosa rimonta di Whincup, risalito fino in terza posizione completando così il podio. Con il distacco attuale, 317 punti su 300 ancora a disposizione, le speranza di Winterbottom sono definitivamente svanite.

Medaglia di legno per un demotivato, ma comunque veloce, Van Gisbergen, a lungo in lotta con il compagno di squadra Slade non senza qualche polemica post-gara che ha elettrizzato l'atmosfera del box dello Stone Brothers Racing. A seguire Bright, Webb, Ingall, Reynolds e Holdsworth. Ancora fuori dalla top-ten i due piloti di casa HRT, Tander e Courtney, da un paio di gare l'ombra di loro stessi. Giornata difficile anche per Greg Murphy, costretto ancora una volta al ritiro, e Steve Johnson, autore di due uscite di pista nel primo stint. Gara incolore anche per gli italo-australiani, con Fiore migliore del gruppo in quattordicesima posizione.

L'ordine d'arrivo di Gara 2 POS. PILOTA AUTO DIST. 1 Craig Lowndes Holden 01:38:39.4858 2 Mark Winterbottom Ford 01:38:45.2975 3 Jamie Whincup Holden 01:38:48.1383 4 Shane Van Gisbergen Ford 01:38:55.3215 5 Tim Slade Ford 01:38:56.5361 6 Jason Bright Holden 01:38:56.9031 7 Jonathon Webb Holden 01:38:59.4021 8 David Reynolds Ford 01:39:02.0173 9 Russell Ingall Holden 01:39:04.4955 10 Lee Holdsworth Ford 01:39:07.7566 11 Will Davison Ford 01:39:09.5128 12 Fabian Coulthard Holden 01:39:12.4264 13 Garth Tander Holden 01:39:13.6046 14 Dean Fiore Ford 01:39:24.1764 15 Karl Reindler Holden 01:39:24.6630 16 Michael Caruso Holden 01:39:24.9565 17 James Moffat Ford 01:39:25.0813 18 James Courtney Holden 01:39:31.2782 19 Rick Kelly Holden 01:39:39.2556 20 Steve Owen Ford 01:39:39.8557 21 Alexandre Premat Holden 01:39:48.2213 22 Tim Blanchard Holden 01:39:57.3433 23 Tony D’Alberto Ford 01:40:03.0056 24 Taz Douglas Holden 01:40:03.5712 25 David Wall Holden 01:40:03.6188 26 Steven Johnson Ford 01:39:34.7978 27 Michael Patrizi Holden 01:39:45.5856 Non classificato Greg Murphy Holden

 

La classifica piloti POS. PILOTA PUNTI 1 Jamie Whincup 3639 2 Mark Winterbottom 3322 3 Craig Lowndes 3259 4 Will Davison 2851 5 Shane Van Gisbergen 2554 6 Tim Slade 2532 7 Garth Tander 2363 8 Lee Holdsworth 2120 9 David Reynolds 2037 10 Fabian Coulthard 1975 11 James Courtney 1895 12 Russell Ingall 1891 13 Jonathon Webb 1765 14 Rick Kelly 1720 15 Michael Caruso 1692 16 Jason Bright 1653 17 Steven Johnson 1543 18 Dean Fiore 1293 19 Michael Patrizi 1292 20 Todd Kelly 1263 21 Steve Owen 1237 22 James Moffat 1225 23 Tony D’Alberto 1104 24 David Wall 1097 25 Karl Reindler  988 26 Alexandre Premat  967 27 Taz Douglas  962 28 Greg Murphy  649

 

 Silvano Taormina

Austin, Day 3 – Raikkonen poco soddisfatto: “Non è stata una giornata facile per noi”. Grosjean: “Frustrante il testacoda a inizio gara”

Sun, 11/18/2012 - 23:10

Una giornata non certo indimenticabile per la Lotus che nonostante il sesto e settimo posto finale rispettivamente per Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, non ha avuto vita facile sul tracciato di Austin.

“È andato bene più o meno, ma non è stata affatto facile per noi” ha dichiarato Raikkonen a fine gara. “Sono partito male e ho colpito una Force India, per questo sono scivolato indietro all’inizio; nella parte centrale della gara abbiamo potuto recuperare diverse posizioni, ma alla fine le gomme non hanno retto e Button ha potuto scavalcarci. A quel punto ci siamo concentrati sul mantenere la posizione”.

Diverse le sensazioni del team-mate Grosjean, costretto prima a retrocedere di cinque posizioni per la sostituzione del cambio e poi a recuperare da un testacoda nelle fasi iniziali della corsa.

“Una gara certamente impegnativa, il testacoda al settimo giro non ci ha agevolato perché stavo recuperando bene ma a quel punto avevo rovinato le gomme e sono dovuto rientrare ai box.

“Sono comunque felice di aver portato a casa dei punti importanti per il team e di aver terminato proprio alle spalle di Kimi”.

Davide Cantire

Austin, Day 3 - Massa si gode la propria rimonta e spiega: “Avevo il passo per stare davanti a Fernando”

Sun, 11/18/2012 - 22:32

Risalito fino al quarto posto dopo la strategica mossa di retrocederlo all’undicesimo da parte della Ferrari, Felipe Massa non ha perso occasione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa al termine del Gran Premio degli Stati Uniti, in cui è stato protagonista di un’ottima prova.

Il brasiliano sostiene di aver avuto un passo sufficiente da poter battere il proprio compagno di box Fernando Alonso, ancora invischiato con gli artigli nella lotta per il titolo contro Sebastian Vettel. Dopo che ha ammesso di aver recepito ed accettato la scelta tattica del team, il brasiliano ha dimostrato di essersi guadagnato il rinnovo per il 2013 mantenendo un passo spesso e volentieri migliore di quello del più blasonato pilota spagnolo.

“Di certo non ero contento questa mattina” ha commentato Massa ironicamente. “E’ impossibile vedere felice un pilota che deve retrocedere di cinque posizioni per aiutare il suo compagno di squadra, ma sappiamo quanto questa scelta fosse importante.

Forse non è facile trovare qualcun altro che lo avrebbe fatto. Penso solo che questa era la mossa più onesta da fare. Sicuramente ero veloce abbastanza da poter stare davanti a Fernando, ma mi sono limitato a dare il mio aiuto”.

Il pilota di San Paolo ha poi risposto alle critiche rivolte ad una Ferrari dimostratasi poco competitiva nel corso di questo week-end. “Penso che bisogna rispondere con i risultati alle persone a cui piace solo parlare. Quello che abbiamo fatto oggi è fantastico e credo che questa sia stata la miglior gara della mia stagione. Per me conta come una vittoria”.

Giuseppe Forte

Austin, Day 3 - Hamilton gioisce per la sua vittoria: “E’ stato un week-end fantastico”

Sun, 11/18/2012 - 22:08

Non può che sprizzare gioia da tutti i pori Lewis Hamilton, vincitore della prima gara disputatasi sul nuovissimo Circuit of The Americas. Il pilota della McLaren ha un motivo in più per sorridere e cioè il sorpasso avvenuto ai danni di Sebastian Vettel nel corso del 43esimo dei 56 giri previsti; per Hamilton, vincitore anche della precedente edizione del Gran Premio degli Stati Uniti (Indianapolis 2007), si tratta dal quarto successo in questo campionato.

“E’ stato un week-end fantastico” ha spiegato. “Battere Sebastian e la Red Bull era un’impresa molto difficile e noi siamo stati capaci di riuscirci. Non andavamo male già dal primo stint, ma era complicato stare dietro e tentare il sorpasso, poi per una volta il traffico che ci ha sempre rovinato i piani ci ha aiutato. E’ una bellissima sensazione vincere il primo Gran Premio qui di ritorno negli Stati Uniti: sono davvero orgoglioso”.

L’inglese già fuori dalla lotta per il titolo si trova in quarta posizione nella classifica generale a sedici punti di ritardo da Kimi Raikkonen e si prepara al conclusivo appuntamento della stagione ad Interlagos, dove disputerà anche l’ultima gara come portacolori della McLaren. “E’ bello avere una macchina competitiva in vista del Brasile” ha detto. “Sicuramente mi divertirò”.

Giuseppe Forte

Austin, Day 3 – Alonso non perde la speranza: “Il terzo posto è come una vittoria”

Sun, 11/18/2012 - 22:05

Fernando Alonso ha definito “una vittoria” il terzo posto ottenuto al termine del Gran Premio degli Stati Uniti, dopo una qualifica deludente che lo aveva relegato in nona posizione.

Lo spagnolo è poi risalito di ben due posizioni, prima del via della gara: una a causa della penalità inflitta a Romain Grosjean e l’altra per l’intelligente gioco di squadra che ha visto il sacrificio dell’altra rossa di Felipe Massa.

Massa ha così subito una penalità di cinque posizioni per una mera scelta strategica, che ha consentito ad entrambi di scattare dal lato pulito della pista di Austin.

Ma la vera ipoteca sul risultato della corsa, Alonso l’ha ottenuta al primo giro: “Sappiamo bene che la nostra lotta al Mondiale è ancora viva grazie a questi primi giri, ci siamo sempre qualificati dalla terza fila in giù ultimamente e siamo riusciti a raggiungere la terza o quarta posizione durante le prime curve.

“Dopodiché la gara diventa più facile se ti trovi nella parte anteriore del gruppo; oggi sapevamo di avere ottime possibilità in questo senso, ma non è stato possibile raggiungere gli altri [Vettel e Hamilton]: erano troppo veloci e dovevo mantenere il distacco dagli inseguitori.

“Questo fine settimana è comunque paragonabile a una vittoria per noi, perdere soli tre punti dal leader è un grande risultato e nessuno di noi ci avrebbe scommesso alla fine delle qualifiche”.

Alonso, che non vince una gara dal Gran Premio di Germania a luglio, avrà bisogno di almeno un terzo posto [con Vettel fuori dai giochi] per vincere il titolo. Una vittoria basterebbe solamente se il tedesco della Red Bull terminasse fuori dai primi quattro.

“Andiamo in Brasile con ancora la speranza di poter vincere, è qualcosa per cui abbiamo lavorato tutto l’anno; solo Seb si trova in una posizione migliore di noi, dovremmo essere orgogliosi di noi stessi e goderci la prossima gara”.

Davide Cantire

Austin, Day 3 – Vettel bacchetta Karthikeyan: “Mi ha rallentato, avrei potuto tenere dietro Hamilton”. Webber deluso per il KO dell'alternatore

Sun, 11/18/2012 - 21:52

Sebastian Vettel se la prende con Narain Karthikeyan perché crede che il tempo perso nel doppiare l'indiano dell'HRT sia stata la causa del sorpasso di Lewis Hamilton ai suoi danni nel Gran Premio degli Stati Uniti.

“Tutto sembrava in controllo ma il traffico non mi ha aiutato” ha detto il tedesco, salito a 13 lunghezze su Alonso in campionato a una gara dal termine. “Lewis si è avvicinato abbastanza per aprire la sua ala posteriore”.

“Non sono contento di come sia andata perché quando ho passato Karthikeyan, Lewis era proprio dietro di me nella DRS Zone” ha aggiunto. “Ho provato nel finale a ribaltare la situazione ma non ci sono riuscito. E' stato un peccato aver perso il primo posto ma abbiamo fatto tutto il possibile, grazie a un fantastico lavoro della squadra”.

Giornata nera invece per Mark Webber, ritiratosi al 17esimo giro per un altro problema all'alternatore.

“Il KO dell'alternatore è stata la causa del mio ritiro” ha detto l'australiano. “Così abbiamo perso le batterie della vettura, il KERS e la nostra sincronizzazione del cambio. Sapevo già prima del ritiro di essere nei guai. Sono deluso perché avrei potuto fare un ottimo risultato”.

Anche col ritiro di Webber la Red Bull si è aggiudicata la matematica certezza del terzo titolo costruttori.

Austin, Gara: Hamilton vince e rovina la festa a Vettel (2°), Alonso agguanta il podio. Red Bull campione costruttori

Sun, 11/18/2012 - 20:49

Forward o Real Change? Nello Stato americano del Texas, dove ancora si respira l’atmosfera post-elettorale, gli slogan di Barack Obama e Mitt Romney sembrano quasi echeggiare nelle menti di Sebastian Vettel e Fernando Alonso, protagonisti assoluti della volata mondiale, complice la volontà granitica dell’alfiere Red Bull determinato a portare avanti la propria cavalcata e l’esigenza di una inversione di marcia invocata a gran voce dall’indole coriacea del portacolori di casa Ferrari.

Sul Circuit of the Americas di Austin, in quello che può forse essere definito come il layout più significativo nell’ormai corposo elenco dei progetti firmati dall’architetto Hermann Tilke, a sintetizzare il ritorno della F1 negli Stati Uniti potrebbe contribuire una libera interpretazione della celebre frase del team manager IndyCar Chip Ganassi pronunciata ai tempi dei trionfi Usa di Alessandro Zanardi ma passibile di adattamento in salsa contemporanea: “Oggi Lewis Hamilton è venuto a casa nostra, ha rubato i cavalli, ha rapinato la banca, ha baciato le donne e ha lasciato ridendo la città”.

Una domenica soleggiata contraddistinta da temperature più elevate del solito ha fatto da cornice al quarto trionfo stagionale dell’alfiere di casa McLaren, perfettamente in grado di lasciar sfogare il duo Red Bull già a partire dai frangenti iniziali della corsa salvo poi emergere alla distanza non senza un sorpasso decisivo su Sebastian Vettel effettuato al giro numero 41 nei pressi della curva 12.

Gara tutta d’attacco quella di Hamilton, che ha a lungo inseguito la Red Bull del campione del mondo in carica prima di avere ragione del pilota tedesco complice anche una velocità in rettilineo della MP4-27 a dir poco irresistibile. La scuderia diretta da Christian Horner artiglia comunque negli Usa il campionato costruttori con un Gran Premio d’anticipo sulla chiusura dei giochi.

Festa rovinata almeno in parte per Vettel, giunto al traguardo con poco più di cinque decimi di distacco dal vincitore, che non riesce ad incrementare di molto il vantaggio nel Mondiale su Fernando Alonso cogliendo tuttavia la piazza d’onore al centesimo Gran Premio della carriera. Va segnalato che una eventuale vittoria in Texas avrebbe consentito a Sebastian di raggiungere il tre volte iridato Jackie Stewart nel computo dei successi ottenuti in F1.

A completare il podio ci ha pensato Alonso. Il ferrarista, subito quarto all’uscita della prima curva dopo lo spegnersi del semaforo rosso, ha tenuto un ritmo talvolta altalenante a causa degli pneumatici non così lesti ad andare in temperatura. Per lo spagnolo anche una innocua digressione oltre i cordoli alla curva 19 e un pit-stop non perfetto con un lieve ritardo nel fissaggio della ruota posteriore destra.

Se Alonso, ottimo terzo, ha pagato un divario di oltre trenta secondi da Hamilton, il suo compagno di colori Felipe Massa, arretrato di cinque posizioni sullo starting grid a causa della scelta “tattica” della Ferrari di sostituire il cambio sulla F2012 del brasiliano allo scopo di favorire Fernando in griglia, ha terminato al quarto posto producendosi inoltre in un bel sorpasso su Kimi Raikkonen.

A seguire Jenson Button, che dopo avere mancato la top ten in qualifica ha scelto le gomme hard per affrontare il primo stint di gara salvo poi montare le medium nella seconda parte col risultato di sopravanzare agevolmente le Lotus di Raikkonen e Grosjean, rispettivamente sesto e settimo all’arrivo.

Grosjean, partito ottavo all’indomani della sostituzione della trasmissione decisa dal team, è incappato in un testacoda compiuto in solitudine nelle prime fasi per non perdere contatto con la Force India di Nico Hulkenberg. Nessun danno, comunque, per il francese, che ha regolato le ambizioni del tedesco prossimo pilota della Sauber, a sua volta davanti all’accoppiata Williams composta da Pastor Maldonado e Bruno Senna, nono e decimo con un piccolo screzio in pista tra i due team-mates.

Fuori dalla zona punti Sergio Perez, undicesimo, mentre Nico Rosberg, scattato con le gomme dure così come Button nella speranza di recuperare nel finale, si è dovuto accomodare in tredicesima piazza. A completare il flop Mercedes ci si è messo anche Schumacher, infilato da tutte le parti grazie a una vettura poco reattiva e soltanto sedicesimo allo sventolare della bandiera a scacchi.

Nella lotta tra Caterham, Marussia e HRT Vitaly Petrov zittisce i rivali diretti concludendo al diciassettesimo posto con buona pace del compagno di squadra Heikki Kovalainen. A chiudere la classifica Pedro de la Rosa e Narain Karthikeyan, ventunesimo e ventiduesimo al termine.

Bisogna attendere 14 giri per vedere Jean-Eric Vergne costretto ad alzare bandiera bianca dopo un confronto diretto con le Mercedes di Schumacher e Rosberg. Il francese della Toro Rosso, infatti, arresta la propria vettura nella sabbia complice una sospensione danneggiata.

Non va molto meglio a Mark Webber, perseguitato come da copione dall’ennesimo guaio Red Bull all’alternatore. Autore di una partenza efficace che l’aveva portato alle spalle del team-mate Vettel grazie al sorpasso concretizzato ai danni della McLaren di Hamilton, il portacolori della compagine anglo-austriaca viene avvertito via radio di un malfunzionamento del KERS prima di fermarsi definitivamente a bordo pista. La gara dell’australiano, poi ripassato da Hamilton al quarto passaggio con una manovra cristallina alla curva 1, dura quindi lo spazio di 17 tornate.

La finalissima Vettel-Alonso per la conquista dell’alloro piloti edizione 2012 avrà quale scenario privilegiato il Brasile, teatro del ventesimo e ultimo Gran Premio della stagione che si disputerà tra soli sette giorni nell’anfiteatro naturale dell’Autódromo José Carlos Pace di Interlagos.

Ermanno Frassoni

Classifica


1 Lewis Hamilton McLaren-Mercedes 56 giri 2 Sebastian Vettel Red Bull-Renault + 0"600 3 Fernando Alonso Ferrari + 39"200 4 Felipe Massa Ferrari + 46"000 5 Jenson Button McLaren-Mercedes + 56"400 6 Kimi Raikkonen Lotus-Renault + 1'04"400 7 Romain Grosjean Lotus-Renault + 1'10"300 8 Nico Hulkenberg Force India-Mercedes + 1'13"700 9 Pastor Maldonado Williams-Renault + 1'14"500 10 Bruno Senna Williams-Renault + 1'15"100 11 Sergio Perez Sauber-Ferrari + 1'24"300 12 Daniel Ricciardo Toro Rosso-Ferrari + 1'24"800 13 Nico Rosberg Mercedes + 1'25"500 14 Kamui Kobayashi Sauber-Ferrari + 1 giro 15 Paul di Resta Force India-Mercedes + 1 giro 16 Michael Schumacher Mercedes + 1 giro 17 Vitaly Petrov Caterham-Renault + 1 giro 18 Heikki Kovalainen Caterham-Renault + 1 giro 19 Timo Glock Marussia-Cosworth + 1 giro 20 Charles Pic Marussia-Cosworth + 2 giri 21 Pedro de la Rosa HRT-Cosworth + 2 giri 22 Narain Karthikeyan HRT-Cosworth + 2 giri



Ritirati



Mark Webber Red Bull-Renault 17° giro
Jean-Eric Vergne Toro Rosso-Ferrari 15 giro

Giro più veloce - Vettel (Red Bull): 1'39"347

Classifica Piloti (Top 10)

Vettel 273; Alonso 260; Raikkonen 206; Hamilton 190; Webber 167; Button 163; Massa 107; Grosjean 96; Rosberg 93; Perez 66.

Classifica Costruttori

Red Bull-Renault 440; Ferrari 367; McLaren-Mercedes 353; Lotus-Renault 302; Mercedes 136; Sauber-Ferrari 124; Force India-Mercedes 99; Williams-Renault 76; Toro Rosso-Ferrari 22.

Nationwide Series - Homestead, Gara: Regan Smith subito vincente con il JR Motorsports, Ricky Stenhouse Jr. ancora campione

Sun, 11/18/2012 - 17:52

Ricky Stenhouse Jr. ha vinto il titolo della Nationwide Series per il secondo anno consecutivo grazie ad un tranquillo sesto posto nella Ford Ecoboost 300, gara vinta da Regan Smith all'esordo al volante della Chevrolet Impala #5 del JR Motorsports, con cui darà l'assalto al campionato nel 2013.

Smith non gareggiava in Nationwide Series dal 2007, ma si è ambientato immediatamente, andando a imporsi davanti al poleman Kyle Busch in quello che è il suo primo successo nella categoria in 107 partenze e interrompendo la striscia positiva di Busch, che vinceva almeno una gara all'anno da 8 anni a questa parte.

Stenhouse è invece diventato il sesto pilota a vincere due titoli di fila in Nationwide Series, dopo Sam Ard, Larry Pearson, Randy LaJoie, Dale Earnhardt Jr. e Martin Truex Jr. e ha regalato il primo alloro nella serie al Roush Fenway Racing.

La gara

Scattato dalla pole position, Kyle Busch ha fatto subito il vuoto, accumulando anche nove secondi di vantaggio su Regan Smith nei primi 50 dei 200 giri previsti sull'ovale da 1.5 miglia della Florida.

Il primo terzo di gara è volato via, sempre con Kyle Busch al comando, senza bandiere gialle, ma tre neutralizzazioni si sono rapidamente succedute tra il giro 67 e il giro 96 — al prima delle quali ha visto uscire di scena Ryan Truex, finito a muro in curva 4 — segnando anche il calo improvviso di Busch, alle prese con il sovrasterzo della Toyota Camry #54 e soppiantato in testa al gruppo da Austin Dillon, lanciato nel disperato tentativo di vincere gara e campionato.

Dillon ha dapprima dato la sensazione di poter allungare, ma ha poi subito il ritorno di Smith, che è passato in testa a 21 giri dal termine, sfruttando il restart successivo alla quarta gialla della serata, scattata per detriti al giro 174.

Un'ulteriore neutralizzazione, questa volta a 18 giri dalla bandiera a scacchi per un incidente tra Johanna Long e Joey Logano, ha offerto un'ultima occasione agli avversari di Smith, ma il pilota della Chevrolet #5 del JR Motorsports ha allungato fino a tagliare il traguardo con 1.3 secondi di vantaggio su Kyle Busch, ripresosi ne finale, Brendan Gaughan, Sam Hornish Jr. e e Austin Dillon. Ricky Stenhouse Jr., Brian Scott, Ryan Blaney, Elliott Sadler e Cole Whitt hanno chiuso la top-10.

Stenhouse ha condotto una gara molto attenta e ha badato più che altro a stare alla larga dai guai, mentre Elliott Sadler è riuscito a recuperare da una penalità, rimediata ai box per un dado ruota mal fissato, ma nel finale ha patito molte difficoltà di setup e si è dovuto accontentare della nona piazza.

 

Le dichiarazioni dei protagonisti

“Credo che ci siano stati un sacco di cambiamenti dal 2007. Il restrittore credo sia la cosa più evidente, perché soffoca parecchio il motore. Mi ci è voluto un po' per abituarmi nelle prime libere e all'inizio della seconda sessione dovevo ancora capire bene cosa potevo fare con l'acceleratore. Ho avuto un'auto velocissima fin dall'inizio e questo è stato molto importate, perché non ho avuto molto di cui preoccuparmi. Abbiamo provato parecchie modifiche, ma nello stesso momento abbiamo avuto sempre a portata di mano il bilanciamento ottimale. Questo è stato decisamente un ottimo inizio” - Regan Smith

“E' molto bello essere riusciti a vincere due campionati di fila, visto che siamo solo in sei ad averlo fatto. E' una cosa speciale. Mi ha fatto capire quanto il team di Jimmie Johnson abbia lavorato duramente in Cup per vincere 5 consecutivi. Sono stati due anni fantastici e ci siamo divertiti moltissimo. Ora pensiamo solo alla grande opportunità che abbiamo per il prossimo anno.” - Ricky Stenhouse Jr.

La classifica

Ricky Stenhouse Jr. chiude il campionato con 23 punti di vantaggio su Elliott Sadler e 24 su Austin Dillon, che si aggiudica il titolo di Rookie Of The Year. Sam Hornish Jr. chiude la sua stagione al quarto posto.

Stay Tuned!

Gian Luca Guiglia

Ordine d'arrivo della Ford Ecoboost 300

1 10 5 Regan Smith(i) Hendrickcars.com Chevrolet 200 0 135.4 $77,100 Running 2 24
2 1 54 Kyle Busch(i) Monster Energy Toyota 200 0 130.3 $67,325 Running 3 89
3 16 33 Brendan Gaughan(i) South Point Chevrolet 200 0 109.0 $56,693 Running
4 11 12 Sam Hornish Jr. Alliance Truck Parts Dodge 200 41 1 111.3 $43,958 Running 1 6
5 3 3 Austin Dillon # Bass Pro Shops/Tracker Boats Chevrolet 200 40 1 123.6 $39,783 Running 2 66
6 4 6 Ricky Stenhouse Cargill Ford 200 39 1 108.8 $33,783 Running 1 2
7 7 11 Brian Scott Dollar General Toyota 200 37 101.6 $28,583 Running
8 20 22 Ryan Blaney(i) Discount Tire Dodge 200 0 98.8 $27,258 Running
9 2 2 Elliott Sadler OneMain Financial Chevrolet 200 36 1 115.7 $27,033 Running 1 3
10 8 88 Cole Whitt # TaxSlayer.com/Gator Bowl Chevrolet 200 34 92.4 $26,583 Running
11 6 31 Justin Allgaier Brandt Chevrolet 200 33 93.1 $24,783 Running
12 32 43 Michael Annett Pilot/Flying J Ford 200 32 80.9 $23,633 Running
13 14 7 Danica Patrick GoDaddy.com Chevrolet 200 32 1 84.8 $23,233 Running 1 4
14 15 21 Joey Coulter(i) Darrell Gwynn Foundation Chevrolet 200 0 86.4 $16,565 Running
15 17 99 Kenny Wallace Toyota Toyota 200 30 1 78.8 $24,023 Running 1 2
16 5 18 Joey Logano(i) GameStop/Afterglow Toyota 200 0 82.3 $16,750 Running 1 1
17 18 38 Brad Sweet # Great Clips Chevrolet 200 27 86.7 $22,608 Running
18 25 87 Joe Nemechek AM/FM Energy Wood & Pellet Stoves Toyota 200 26 68.1 $22,493 Running
19 24 10 Mike Bliss G-Oil Toyota 200 25 72.6 $15,865 Running
20 13 8 Scott Lagasse Jr. Hybrid Light/BSA Chevrolet 199 24 69.0 $16,430 Running
21 22 98 Kevin Swindell Carroll Shelby Motors Ford 199 24 1 75.3 $15,645 Running 1 3
22 23 51 Jeremy Clements St.Jude/USS James E Williams DDG 95 Chevrolet 199 22 66.3 $22,003 Running
23 31 08 Jeffrey Earnhardt Tobacco Free Florida Ford 198 21 53.7 $15,400 Running
24 28 24 David Starr(i) Headrush Toyota 198 0 60.4 $15,285 Running
25 19 30 Dakoda Armstrong(i) flalottery.com Chevrolet 197 19 56.0 $22,093 Running
26 34 01 Mike Wallace G&K Services Chevrolet 197 18 45.7 $21,488 Running
27 30 14 Eric McClure Hefty/Reynolds Wrap Toyota 196 17 48.5 $21,373 Running
28 21 27 Andrew Ranger GCMI Ford 195 16 50.9 $14,790 Running
29 35 81 Jason Bowles # Thrush & Sons Toyota 195 15 42.7 $21,153 Running
30 26 19 Hal Martin American Custom Yachts/US Forensics Toyota 195 14 45.8 $21,343 Running
31 42 4 Danny Efland Tradebank Chevrolet 193 13 33.9 $20,933 Running
32 33 52 Joey Gase # BBB/My Three Sons Vending Chevrolet 190 12 35.1 $14,350 Running
33 41 23 Robert Richardson Jr. North Texas Pipe Chevrolet 188 11 37.6 $14,295 Running
34 37 70 Johanna Long # Foretravel Chevrolet 177 10 49.6 $20,698 Accident
35 38 40 Erik Darnell Chevrolet 147 9 36.4 $20,663 Engine
36 27 44 John Blankenship Coal Save the Country Chevrolet 92 8 54.7 $20,628 Accident
37 39 41 Juan Carlos Blum Chevrolet 92 7 34.6 $14,095 Engine
38 12 20 Ryan Truex Grime Boss Toyota 66 6 67.2 $20,478 Accident
39 9 00 Blake Koch teamboom Toyota 40 5 53.0 $13,885 Fuel Pump
40 43 91 Jeff Green Bandit Chippers Toyota 17 4 34.7 $13,700 Vibration
41 29 46 Chase Miller The Motorsports Group Chevrolet 6 3 32.5 $13,625 Vibration
42 36 42 Josh Wise(i) Chevrolet 6 0 30.5 $13,575 Overheating
43 40 39 Dexter Stacey Maddies Place Ford 0 1 28.3 $13,506 Engine

 

Austin, Update: La Ferrari apre la scatola del cambio di Massa che scivola 11esimo. Alonso sale 7°

Sun, 11/18/2012 - 17:11

A poco più di due ore dalla partenza del Gran Premio degli Stati Uniti, la Ferrari ha deciso di voler aprire la scatola del cambio sulla F2012 di Felipe Massa che quindi per regolamento subirà la penalità di uno slittamento di cinque posizioni.

Massa sarà costretto a partire dall’11esima posizione sulla griglia di partenza di Austin, permettendo così a Fernando Alonso di accomodarsi in settima piazza, e di conseguenza sul lato gommato della carreggiata.

Era la seconda volta (la prima risaliva a Monza) che il brasiliano si qualificava davanti al compagno di squadra.

Davide Cantire

Edoardo Mortara fa il bis nella City of Dreams Macau GT Cup e assicura: “Non è stata affatto una passeggiata!”

Sun, 11/18/2012 - 16:28

Per il quarto anno consecutivo Edoardo Mortara è uscito da Macao con in mano un trofeo destinato al vincitore: ai due successi conseguiti nel Gran Premio di Formula 3 nel 2009 e 2010 l’italo-ginevrino ha aggiunto il secondo nella GT Cup dopo quello ottenuto già lo scorso anno.

L’alfiere di Audi nel DTM, esibitosi al volante di una R8 LMS Cup della Casa di Ingolstadt, ha dominato la competizione pur in maniera meno eclatante rispetto al 2011 e gli unici frangenti in cui non abbia condotto le danze sono stati i giri iniziali, quando Lucas Di Grassi – partitogli al fianco in prima fila con una Ferrari 458 GT3 gestita da Auto Italia e AF Corse – è riuscito a virare al comando alla Lisboa e a rimanergli davanti per tre tornate.

Il brasiliano ex Formula 1 è stato poi penalizzato di un minuto per partenza anticipata e retrocesso fino al 17esimo posto finale, tuttavia Mortara era riuscito a superarlo in pista già al quarto passaggio, non senza prendersi qualche rischio, e a conservare la leadership fino al traguardo resistendo agli attacchi portati dal paulista soprattutto nelle due tornate conclusive, dopo la ricompattazione del gruppo in seguito all’uscita della safety car, chiamata in causa per consentire agli addetti la rimozione della Porsche di Shin Ching, andato a sbattere alla curva R.

La penalizzazione inflitta a Di Grassi ha poi promosso al secondo posto Alexandre Imperatori con la Porsche 911 GT3-R del Team StarChase, il quale a sua volta ha preceduto nell’ordine le due McLaren MP4-12C GT3 di Danny Watts e Akira Iida, portacolori rispettivamente di United Autosports e Team Buddyclub. La top 5 della competizione è stata completata da Romain Dumas, anch’egli esibitosi al volante di una 911 GT3-R, messagli a disposizione da Spark Motorsport.

La gara è stata comunque ben più tirata rispetto a quella del 2011, come dimostra il fatto che il giro più veloce di Mortara (2’20”709) sia stato di quasi due secondi migliore in confronto al 2’22”589 realizzato lo scorso anno. Alle osservazioni di chi ha fatto rilevare la presunta scarsa consistenza dei competitori, l’italo-ginevrino ha così replicato: “È sempre dura vincere qui, non importa chi siano i tuoi avversari. Oggi Lucas (Di Grassi) ha spinto al massimo, aveva sicuramente un pacchetto vincente e mi ha messo in difficoltà”.

“Alla partenza ho pensato che la corsa si stesse mettendo male, ho dovuto praticamente inventare un sorpasso alla Lisboa per superarlo e onestamente ho preso molti rischi, non solo lì ma anche alla Mandarin” ha aggiunto il 25enne pilota Audi. “Siccome la Ferrari era più veloce in rettilineo, ho dovuto dare il massimo per essere più rapido in curva. Ho percorso la Mandarin praticamente in pieno e per un niente non ho sbattuto, poi ho frenato 50 o 60 metri dopo di lui alla Lisboa: quindi non è stato affatto così facile, credetemi!”.

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Massimiliano Barzotti

( Foto – Macau Grand Prix Committee )

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